Come reagire a bullismo e cyberbullismo

(Pixabay)

ROMA - Il bullismo è caratterizzato dall’intenzionalità, la ripetizione nel tempo e l’asimmetria tra chi compie l’atto e chi ne è vittima, può essere diretto o indiretto. Il bullismo diretto si esprime attraverso violenze fisiche (spinte, pugni, strattonamenti, sottrazione di oggetti personali), nel bullismo indiretto la finalità del bullo è quella di isolare la vittima, calunniandola o diffamandola. In entrambi i casi la componente base è una intimidazione fisica o psicologica che si ripete nel tempo. 

Si parla di cyberbullismo quando gli atti di intimidazione e violenza avvengono attraverso i mezzi elettronici come email, le chat, i blog o qualsiasi altre forme riconducibili al web. Una persona che è stata vittima di questi fenomeni può presentare rifiuto scolastico, riduzione dell’autostima, attacchi d’ansia, disturbi del sonno, isolamento, paura di uscire di casa e somatizzazioni dovute alla condizione di stress.

I DATI ISTAT SUL CYBERBULLISMO

Secondo i dati Istat, nel 2019 l’85,8% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni di età, che quotidianamente utilizzano il cellulare, sono vittime di cyberbullismo: una percentuale in crescita data dal maggior tempo impiegato online dai giovani. Il 22,2% di tutte le vittime di bullismo, infatti, è stato colpito da questa particolare forma di violenza, che è molto più insidiosa di quella fisica in quanto, anche se a distanza, espone la vittima in maniera più diretta al giudizio degli altri, minandone l’autostima. 

È importante saper riconoscere i segnali di disagio che vengono da bambini, bambine e ragazzi, come ad esempio cambiamenti repentini nel comportamento, nelle relazioni con i pari, nel rendimento scolastico oppure nelle abitudini quotidiane.

Quando i bambini e i ragazzi sono davanti ad uno schermo è come se fossero in una piazza piena di sconosciuti, occorre pertanto prendere tutte le precauzioni necessarie e fornire loro le misure per poter andare in giro nel mondo con delle certezze, con la sicurezza di una base sicura alla quale poter tornare in caso di difficoltà e a cui poter chiedere aiuto. È sempre utile parlare di questi argomenti affinché i minori imparino a riconoscere una situazione di cui magari sono solo testimoni e ce ne parlino oppure di cui sono vittime o che perpetrano loro stessi in prima persona. 

Un modo per aiutare i minori a riconoscere i segnali di una situazione di bullismo o cyberbullismo, o per capire quando si è testimoni, è di farlo attraverso i libri; uno strumento davvero prezioso per spiegare un concetto e poterne parlare insieme. E poi, il vantaggio secondario del libro è la sua facile reperibilità: una volta letto lo si può lasciare a disposizione del bambino, in modo che possa sfogliarlo tutte le volte che lo ritiene opportuno, per interiorizzare al meglio il concetto e, in caso di bisogno, magari trovare la forza per venire a parlarcene.

(Grazie all'ufficio Stampa Save The Children)