La danza come linguaggio di inclusione sociale

POTENZA – Si scrive ToiL e si legge “Teatro oltre i limiti” la rassegna di promozione del teatro in carcere, giunta alla IV edizione e promossa dalla Compagnia Teatrale Petra all’interno della Casa Circondariale “Antonio Santoro” di Potenza.

In programma dal 22 al 24 febbraio nella Casa Circondariale di Potenza la seconda tappa dell’azione “Artisti in Transito”, uno dei momenti cardine di apertura e di riflessione del lavoro artistico della rassegna, un workshop intensivo a cura della danzatrice e coreografa Annamaria Ajmone con “La notte è il mio giorno preferito”.

L’obiettivo dell’azione, attraverso un percorso multidisciplinare e il coinvolgimento di artisti di fama nazionale e internazionale – dal 2019 diverse sono state le incursioni artistiche: Simona Bertozzi, Silvia Gribaudi, Philippe Barbut di MK, Manfredi Perego – è quello di entrare in relazione con il proprio corpo grazie al mondo della danza e abbattere i pregiudizi e gli stereotipi legati alla realtà carceraria.

In occasione del workshop la Compagnia Petra indice una call rivolta a danzatrici e danzatori. I candidati lavoreranno in sinergia con i detenuti/attori del laboratorio teatrale in carcere e avranno la possibilità di riflettere sul rapporto con l’altro attraverso l’uso del corpo e una meditazione sugli animali e gli ecosistemi in cui vivono.

Al centro della ricerca di Annamaria Ajmone c’è il corpo inteso come materia plasmabile e mutevole capace di trasformare spazi in luoghi creando parallelismi e sovrapposizioni temporali. Si avvale per le proprie produzioni di collaboratori con cui condivide il processo creativo, coinvolgendo così diversi immagini e visioni.

“La notte è il mio giorno preferito” è una riflessione sul rapporto con l’altro attraverso una meditazione sugli animali e gli ecosistemi in cui vivono. 

Il laboratorio è aperto a un numero massimo di 10 danzatori/danzatrici maggiorenni selezionati/e dallo Staff di progetto. Le iscrizioni sono aperte fino al 9 febbraio 2023, attraverso il form al seguente link: https://forms.gle/pSxiJux1yzvKMU9a6.

Entro il 9 febbraio, inoltre, per assistere alla prova aperta del 24 febbraio alle 15:00 (con ingresso alle 14:30) è necessario inviare una mail a progettipetra@gmail.com allegando il proprio documento di identità.

CALENDARIO

Mercoledì 22 FEBBRAIO 10:00-12:00 / 13:00-15:00
Giovedì 23 FEBBRAIO 10:00-12:00 / 13:00-15:00
Venerdì 24 FEBBRAIO 10:00-12:00 / 13:00-15:00

* Il 24 è prevista una prova aperta al pubblico esterno 15:00-16:00

“Teatro oltre i limiti” è un progetto promosso dalla Compagnia teatrale Petra, con il contributo di Otto per Mille Valdese dell’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, il partenariato della Casa Circondariale di Potenza, il sostegno del Fondo Etico della BCC Basilicata e la collaborazione del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, del Festival Città delle 100 scale di Potenza, dell’Ateneo Musica Basilicata, della Compagnia Teatrale L'Albero, di UniversaMusica e di Multietnica.

Alla base del progetto c’è l’assunto del teatro come linguaggio capace di superare il concetto di “limite”, nel luogo stesso a cui viene automaticamente abbinato dall’immaginario collettivo. La ricerca sul tema del limite che Petra porta avanti da anni, fuori e dentro la Casa Circondariale di Potenza, è uno spunto per lavorare sulla privazione involontaria dell’elemento naturale. Creando le condizioni per una connessione profonda con l’ambiente, viene stimolata la relazione con le parti meno addomesticate e più vitali di noi stessi, indispensabili per realizzare appieno la nostra identità. È da qui, dal carcere, da questo luogo estremo, chiuso e al limite, che parte la ricerca da portare fuori, da estendere, ampliare e divulgare.

Attraverso il tema In&Out_immersione e privazione nella Natura, Petra intende sfruttare le potenzialità di differenti linguaggi artistici contemporanei per connettere luoghi opposti e favorire l’inclusione sociale, nella comune ricerca del rapporto tra uomo e natura, anche dove questa non è presente.

Il progetto pone l’attenzione sulla definizione di natura dal punto di vista performativo in un luogo, il carcere, dove per ovvie ragioni di sicurezza gli esseri umani sono privati del contatto con gli elementi naturali. I detenuti vivono la maggior parte delle loro ore illuminati dalla luce artificiale, sono pochi i momenti di esperienza all’esterno – almeno nel carcere di Potenza – e quando questi avvengono sono in un cortile di cemento. Cosa accade quindi quando l’uomo viene privato del contatto con la natura? Cosa scaturisce dentro di noi?

Attraverso la danza, quale strumento inclusivo, capace di accogliere le diversità, i caratteri, i corpi, le sfumature emozionali Petra intende rispondere a queste domande.