“Dopo una lunga attesa, si è finalmente tenuto il Consiglio straordinario dedicato alla grave crisi idrica che sta mettendo in ginocchio la Regione Basilicata, richiesto dal M5S insieme a tutte le forze di opposizione. Il Presidente Bardi e gli assessori Cicala (Agricoltura), Pepe (Infrastrutture) e Mongiello (Ambiente) hanno illustrato lo stato delle iniziative intraprese per fronteggiare l'emergenza. Sebbene sia stata confermata la persistenza dello stato di crisi, le prospettive delineate non offrono immediate rassicurazioni. Interventi infrastrutturali significativi sulla rete idrica, sull'ottimizzazione della capacità degli invasi e sulla loro interconnessione, necessari per scongiurare future criticità, non vedranno i primi risultati concreti a breve: degli interventi programmati, infatti, soltanto una parte sono finanziati, molti a valere sul Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico (PNISSI), strumento del PNRR, e sono attestati ad Enti diversi dalla Regione Basilicata. Entro la fine di quest’anno si auspica almeno la fine dei lavori sul paramento di monte della diga di Montecotugno, che ne aumenterebbe la capacità di invaso”. Lo dichiarano Viviana Verri e Alessia Araneo, consigliere regionali del M5S, che proseguono:
“Nel frattempo il settore agricolo dovrà continuare a fare i conti con una drastica limitazione dei prelievi idrici, autorizzati solo al 50% delle richieste, subordinatamente a eventuali precipitazioni abbondanti. Parallelamente, il Piano di Tutela e Monitoraggio delle Acque è ancora in una fase embrionale di studio e programmazione, con previsioni ottimistiche che rimandano alla tarda primavera del 2026 i primi riscontri tangibili. Ci saremmo aspettati risposte più incisive sulla governance delle nostre risorse idriche e una revisione degli accordi con la vicina regione Puglia in modo da non penalizzare il nostro vitale comparto agricolo”.
“Altro tema sul quale si registra una totale assenza di dibattito politico – sottolineano Verri e Araneo - è la progressiva privatizzazione del servizio idrico avviata con la legge 74 del 2023. Un tradimento insopportabile del mandato popolare ricevuto con il referendum del 2011, quando milioni di cittadine e cittadini, anche lucani, votarono per l’acqua pubblica, bene da sottrarre alle logiche del profitto. In un momento in cui la Basilicata affronta una delle crisi idriche più gravi della sua storia, occorre una forte presa di coscienza collettiva per fermare una deriva che rischia di compromettere definitivamente il diritto all’acqua per tutti”.
“Nel corso della seduta consiliare – affermano ancora le Consigliere regionali - abbiamo presentato un ordine del giorno per ribadire con forza la necessità e l'urgenza di implementare azioni concrete volte a: fronteggiare con determinazione la grave crisi idrica che affligge l'intero territorio regionale; Definire tempi certi per l'attuazione del Piano di Tutela delle Acque (PTA); Monitorare costantemente e riferire periodicamente in Consiglio regionale sullo stato di avanzamento degli interventi finanziati e programmati per il miglioramento dei sistemi e delle infrastrutture di gestione sostenibile delle risorse idriche, con particolare attenzione al Programma Regionale Basilicata FESR 2021-2027, che ha stanziato 16 milioni di euro per investimenti nei sistemi di trattamento delle acque reflue; Estendere lo stato di emergenza all'intera Basilicata, superando la limitazione all'area servita dal Basento-Camastra, al fine di intervenire tempestivamente a sostegno di tutte le infrastrutture idriche regionali e tutelare così l'intera comunità lucana e il suo tessuto economico”.
“Al termine della lunga discussione, però, nessun impegno concreto è stato assunto dal governo lucano, nonostante siano state depositate mozioni e risoluzioni, anche dalla maggioranza, documenti su cui ora occorre uno sforzo di sintesi per convergere su un atto unico. Riteniamo imprescindibile un cambio di passo immediato – concludono Verri e Araneo - per garantire un futuro idrico sicuro e sostenibile per la Basilicata”.
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