Una buona politica dovrebbe essere giudicata dal modo in cui si prende cura dei più fragili, dei fragilissimi, di chi quotidianamente combatte con malattie degenerative e inesorabili e delle loro famiglie. Se questo dovesse essere il metro di giudizio, questa maggioranza di governo regionale verrebbe sonoramente bocciata.
Da mesi, infatti, per esempio, l’assegno di cura per gravissimi risulta essere bloccato per esaurimento di fondi.
Un assegno fondamentale per chi ne beneficiava, utile a soddisfare i servizi primari ed essenziali di assistenza alla persona; ad acquistare farmaci; a pagare le cure mediche e, infine, a sollevare di poco le sorti di tante persone che vivono in condizioni di infernale sofferenza. E, invece, oltre al danno anche la beffa dell’”esaurimento dei fondi”, che oggi degenera nell’esaurimento della dignità della persona.
E, come se non bastasse, le ore di assistenza domiciliare per le utenti e gli utenti con disabilità risultano essere sempre più ridotte, arrivando a un monte ore annuo davvero residuo.
Ebbene, a tal proposto, come Movimento 5 Stelle Basilicata, prima dell’estate, abbiamo sentito l’assoluta necessità di chiedere l’audizione dei responsabili di tutti gli ambiti socio-territoriali della nostra Regione.
È stata, questa ultima, una audizione intensa, in occasione della quale si è percepito il disagio che prova anche chi si trova a essere responsabile dell’ambito stesso.
La richiesta rivolta alla Regione è quella di un necessario incremento di fondi, troppo esigui per fronteggiare tutte le attività primarie.
Così come è stato chiesto l’indispensabile incremento di personale, in quanto nella maggior parte degli ambiti su una sola persona si concentrano più incarichi gestionali.
A questa prima audizione, seguirà quella dei responsabili del dipartimento regionale per capire quale eventuale soluzione si potrebbe prospettare.
Sappiamo che è in atto una sorta di conversione voluta dal Ministero: parrebbe, infatti, che se fino a poco tempo fa gli ambiti erogavano sostegno economico, d’ora in avanti non emetteranno più contributi, ma dovranno organizzarsi per fornire servizi. Dunque, non più assegni di cura ma servizi alla persona. Una modifica voluta dal Ministero, ma come approda sui territori? Gli ambiti, così come strutturati, sono in grado di tramutare le economie in servizi?
Nel mentre gli ambiti si attrezzano, tuttavia, i pazienti attendo da mesi, senza soldi e senza servizi.
Ridotte le ore di assistenza domiciliare e azzerati i soldi, restano la disperata rabbia dei pazienti e il fallimento delle politiche socio-sanitarie.
Feriscono le grida di aiuto dei genitori di persone con disabilità che si prodigano quotidianamente in assenza dello Stato, così come fa male l’urlo di pazienti con malattie gravissime. Abbiamo ancora impressa sulla pelle e nel cuore la frase di Ezio che suonava così “Lo Stato non vuole la morte assistita, però allo stesso tempo non ci vuole assistere, sospende i sussidi, ci dice che dobbiamo aspettare, come se avessimo tempo”.
Sulla disabilità e sull’assistenza ai pazienti più gravi non dovrebbero esistere colori politici.
Dovrebbe essere sufficiente un po’ di umanità.
Sul tema non molleremo di un centimetro, andremo avanti.
Nel mentre gli ambiti si riorganizzano, bisogna trovare una soluzione emergenziale.
Alessia Araneo, Viviana Verri (Consigliere regionali M5S Basilicata)
0 Commenti