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POTENZA - «Il caso del viadotto Tiera ha riacceso i riflettori su un tema che come Cisl denunciamo da anni: la sicurezza delle infrastrutture viarie non può essere lasciata al caso, né affrontata solo in seguito al verificarsi di emergenze». È quanto afferma il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo.
«Strade, ferrovie, ponti e viadotti rappresentano arterie vitali per la mobilità delle persone, il trasporto delle merci e l’accessibilità dei territori, specie quelli delle aree interne. Pertanto, la loro manutenzione non va considerata come un costo da comprimere in nome del risparmio a tutti i costi, ma un investimento per la sicurezza, il lavoro e lo sviluppo. Come dimostra in modo plastico il caso del viadotto tra Tiera di Vaglio e Potenza, ogni cedimento, degrado strutturale o chiusura forzata genera non solo disagi alla cittadinanza, ma rischi concreti per la vita umana.
Per questo sollecitiamo un piano straordinario di monitoraggio e manutenzione delle infrastrutture, con priorità ai viadotti e ai ponti realizzati oltre 30 anni fa. Servono maggiori risorse da destinare alla manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità locale superando i vincoli di bilancio che ritardano gli interventi.
La vicenda del viadotto Tiera non deve essere un monito ad intervenire subito e in maniera strutturale per mettere in sicurezza le arterie di collegamento. Non possiamo aspettare nuove tragedie per prendere decisioni. La sicurezza di chi percorre le nostre strade è un diritto non negoziabile, e la Cisl sarà in prima linea per rivendicare che il diritto alla mobilità, in ogni forma, venga garantito ai cittadini lucani che già pagano lo scotto della marginalità e dell’isolamento».
Secondo il segretario della Cisl «sul tema delle infrastrutture serve avviare una riflessione collettiva che coinvolga tutti gli attori sociali con l’obiettivo di definire in modo partecipativo una strategia pluriennale per dare alla Basilicata un sistema infrastrutturale al passo coi tempi, con la consapevolezza che tale sistema non può che scaturire una visione integrata e multimodale tra grandi reti di collegamento transregionali e reti di prossimità. Senza un visione strategica – conclude Cavallo – casi come quello del viadotto Tiera sono destinati a ripetersi».
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