Abbiamo presentato un’interrogazione al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore alle Politiche della Persona per chiedere trasparenza sulla gestione dei fondi FNA 2022–2024, destinati alla misura “Assegni di Cura e Voucher” per persone non autosufficienti e con disabilità grave o gravissima.
La misura, finanziata con risorse del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza e approvata con DGR n. 654 del 4 novembre 2024, prevede contributi mensili fino a 500 euro erogati attraverso gli Ambiti Socio-Territoriali, sulla base della valutazione UVM e del PAI.
Pur riconoscendo l’importanza della misura, che prevede un sostegno economico mensile fino a 500 euro per persone anziane e con disabilità grave e gravissima, mancano ancora informazioni trasparenti sul riparto dei fondi tra Ambiti Socio-Territoriali e sull’effettiva attuazione sul territorio.
In molte aree della Basilicata ci vengono segnalati ritardi, difficoltà operative e totale assenza di comunicazione verso le famiglie interessate che si trovano spesso sole nella gestione di situazioni complesse e gravose.
Bisogna verificare che le risorse disponibili siano state effettivamente impegnate, che non vi siano fondi inutilizzati o bloccati, e che tutti gli Ambiti abbiano ricevuto un’assegnazione proporzionata al fabbisogno reale, con particolare attenzione alle zone interne e periferiche, che spesso registrano maggiori difficoltà nell’accesso ai servizi.
Inoltre, non riteniamo accettabile che venga richiesta una rendicontazione pari al 70% del contributo ricevuto: si tratta di importi già molto esigui, destinati a coprire solo una parte minima del costo dell’assistenza.
Chiedere alle famiglie di documentare spese per il 70% del valore dell’assegno rischia di trasformare un sostegno necessario in un percorso a ostacoli, escludendo proprio chi è più fragile.
È mortificante per i genitori di figli con gravi disabilità e mogli e mariti di partner costretti a letto da una malattia degenerativa usufruire di un assegno pari a un massimo di 500 euro e doversi preoccupare anche della rendicontazione. Una deriva burocratica disumanizzante che non tiene conto delle difficoltà quotidiane di queste famiglie. Abbiamo il dovere di immaginare come si svolgono le vite di queste persone: spesso e volentieri, mogli, mariti e genitori sono costretti a lasciare il posto di lavoro per assistere quotidianamente i propri cari; dunque quell’assegno, erogato sempre per fasce ISEE, diventa l’unico modo per provvedere ai bisogni primari o per pagare un’ambulanza privata e/o una visita specialistica. Di fatto, si chiede a queste persone di rendicontare i propri drammi. Le Istituzioni dovrebbero alleggerire e agevolare le vite dei più fragili, non complicarle.
Come consigliere regionali, ci impegniamo a portare all’attenzione della Giunta questa criticità, affinché venga rivisto il meccanismo di rendicontazione e si favorisca un accesso più semplice ed equo alla misura, senza inutili aggravi per le famiglie. È nostro dovere garantire che ogni euro stanziato per la non autosufficienza venga utilizzato in tempi certi, con criteri chiari e a beneficio reale delle persone.
Alessia Araneo, Viviana Verri (Consigliere regionali M5S Basilicata)
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