"Le dichiarazioni del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, pronunciate a Bruxelles nel Consiglio dei Ministri della Cultura UE, attribuiscono a Matera una responsabilità alta e impegnativa: incarnare lo spirito e la missione di Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo 2026. È un riconoscimento che ci onora, ma soprattutto che chiama tutti – istituzioni, comunità culturali, terzo settore, operatori della conoscenza – a un salto di qualità." Lo afferma il Consigliere del Partito Democratico Roberto Cifarelli.
"Il Mediterraneo – prosegue – non è solo un mare, è una matrice di civiltà. È il punto in cui si intrecciano culture, fedi, lingue, rotte e destini. È il luogo simbolico dell’ecumenismo culturale. Giorgio La Pira lo definiva ‘il mare della pace’, immaginando una rete di Città del Mediterraneo che avessero il compito di dialogare, cooperare, costruire ponti dove altri vedono solo confini. Matera, in questa visione, ha un ruolo naturale, perché Matera, pur non avendo il mare, è città di mare. È città del Mediterraneo per identità, per storia, per orizzonte antropologico."
"La nostra città – aggiunge Cifarelli – è, a pieno titolo una Città del Mediterraneo. Lo è nella stratificazione culturale dei Sassi, nella storia delle migrazioni che l’hanno attraversata, nella vocazione all’incontro e alla coesistenza. È una città che parla molte lingue senza averle mai dimenticate, una città che da sempre riceve e restituisce, un crocevia di popoli prima ancora che un centro urbano. Matera è Mediterraneo anche senza costa, perché il Mediterraneo è innanzitutto una condizione dello spirito e della cultura."
"Per questo Matera deve andare oltre il 2026 e deve essere costruita con la stessa profondità di visione di La Pira: dialogo tra le città, cooperazione tra le sponde, centralità della cultura come spazio di pace e non di conflitto. Non basta un calendario di eventi. Occorre una strategia che coinvolga le università, il mondo del mare, le istituzioni religiose, i movimenti culturali del Mediterraneo, i centri di ricerca, i progetti di diplomazia culturale, le associazioni che lavorano sull’inclusione e sul dialogo interreligioso."
“Tuttavia – afferma Cifarelli – questa visione non può camminare senza una governance seria e trasparente. La Regione Basilicata ha l’obbligo di costruire insieme al Comune e attraverso la Fondazione Matera-Basilicata 2019 una governance autorevole, partecipata, capace di integrare i soggetti istituzionali e sociali che rendono credibile un progetto internazionale. Le dichiarazioni del Presidente Bardi sulla presunta “prontezza” di Matera restano insufficienti se non saranno accompagnate da atti, programmazione, cronoprogrammi e partnership reali. Matera non può vivere di annunci, ma merita un lavoro solido e riconoscibile”.
“Il 2019 – conclude Cifarelli– ci ha insegnato che quando Matera e la Basilicata hanno una visione comune, il mondo si accorge di noi. Matera Mediterranea 2026 può aprire un nuovo ciclo solo se saremo capaci di interpretare la città come una vera Città del Mediterraneo, come ponte, come spazio di ecumenismo culturale e di fiducia tra popoli. Una città che guarda al Sud del mondo, all’Europa e al Mediterraneo con coraggio e responsabilità. Una città che, pur senza il mare, è da sempre una città di mare”.

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