Terremoto: la solidarietà dei lucani


di Concetta Padula. "Non vi sono stati soccorsi immediati che avrebbero dovuto esserci. Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione di sepolti vivi". Così il Presidente della Repubblica Sandro Pertini in un'edizione straordinaria del TG 2 del 26 Novembre 1980 si esprimeva riguardo al terremoto che 3 giorni prima, verso le 19:30, aveva colpito le zone che si estendevano dall'Irpinia al Vulture, terre comprese tra Avellino, Salerno e Potenza.

La forte scossa che si aggirava intorno ai 10 gradi della scala Mercalli durò circa 90 secondi, con una profondità di 30 Km e causò circa 2914 vittime. Il sisma provocò ingenti danni al patrimonio ambientale, srorico- artistico ed edilizio delle regioni: Basilicata e Campania. Regioni che caddero in ginocchio anche sotto l'aspetto socio-economico e che oggi, dopo più di 30 anni, ancora ne risentono i postumi.

Fortunatamente, ai giorni nostri la reazione della gente di fronte ai grandi disastri ambientali è cambiata di molto. Intorno alle popolazioni devastate dai rigurgiti tellutici si crea una catena di solidarietà umana ed economica.

Quest'abbraccio solidaristico arriva non solo dalle regioni limitrofe, dall'Italia ma anche dai Paesi Esteri. I nipoti lucani del terremoto dell'80 hanno risposto in modo diverso alle devastazioni che hanno colpito ultimamente L'Aquila ed oggi L'Eminlia.

Studenti, volontari e professionisti di ogni età si sono mobilitati in blocco per prestar loro le prime forme di soccorso pratico e psicologico.

Arginare qualsiasi tipo di emergenza richiede un lavoro ostico da parte di tutti, ma la determinazione, la voglia di emergere dalle macerie e di ricostruire vince su tutto.