Uccelli: Cras, bilancio annuale più che positivo

POTENZA. L’anno 2012 ha visto ancora in crescita l’attività svolta dal Centro Recupero Provinciale di San Giuliano nell’ambito delle proprie attività svolte a tutela della fauna del territorio. Tanti i risultati positivi ottenuti a conferma dell’utilità delle iniziative e degli interventi messi in atto ogni giorno con particolare riguardo ai temi della salvaguardia delle specie più preziose e rare presenti sul territorio provinciale. Non sono mancate anche costanti opere di educazione e sensibilizzazione al rispetto della natura anche attraverso diverse  visite ed esperienze concrete di contatto e di conoscenza diretta della fauna e delle sue peculiarità.

In 12 mesi sono stati consegnati al Centro, a scopo di cura, recupero e riabilitazione 378 esemplari con un incremento del 37,5 % rispetto al 2011. Il 61,6% di essi rientra nella categoria sistematica degli Uccelli, il 36,8% in quella dei Rettili (autoctoni ed esotici) e il restante 1,6% in quella dei Mammiferi.

In tutto 36 specie animali diverse che hanno richiesto specifiche misure e appropriati interventi per la loro gestione ai fini del rilascio in natura o per il loro mantenimento nelle strutture del Centro.

Particolare menzione meritano i Rapaci che, tra tutti i volatili rappresentano la maggiore percentuale come numero di esemplari pervenuti (82,4%). Sono infatti complessivamente 192 i rapaci diurni e notturni curati dal CRAS e appartenti a 11 specie diverse. La maggiore frequenza di interventi di soccorso e cure riguarda il Falco grillaio che, con 152 esemplari affidati da cittadini, associazioni e forze dell’ordine,  rappresenta dal punto di vista scientifico una delle specie a maggiore rilevanza in ambito nazionale ed europeo.

Da diversi anni i rapporti tecnici finali prodotti dal CRAS mettono in evidenza la particolare specializzazione del Centro Recupero nella gestione del Falco grillaio. Si tratta di una conseguenza legata alla presenza a Matera della più grande colonia riproduttiva al mondo con circa un migliaio di coppie nidificanti. Negli ultimi anni si sta inoltre assistendo ad una graduale espansione dell’areale riproduttivo della specie che interessa alcuni comuni della provincia di Matera.  Il recupero, la cura, l’inanellamento scientifico e il successivo rilascio in natura di tanti grillai è di fondamentale importanza in virtù della rarità della specie a livello mondiale.

Tutti gli animali affidati alle cure del CRAS nel 2012 provengono da 18 comuni diversi di cui 13 della provincia di Matera e 5 della provincia di Bari. Il 68% di essi è stato recuperato nel territorio di Matera, sia in ambito urbano che extraurbano.

L’analisi degli arrivi su base mensile mette in evidenza un andamento tipico di quasi tutti centri di recupero italiani che vede nei mesi estivi quelli in cui si incrementano gli interventi di soccorso dovuto al fatto che in tale periodo è in pieno svolgimento l’attività riproduttiva di molte specie e quindi vi è un gran numero di pulcini, cuccioli o giovani ancora non autosufficienti. La media mensile calcolata a fini statistici è di circa 31 esemplari in arrivo al mese.

I motivi più frequenti di consegna (40,7%) sono stati i pulcini di varie specie vittime di cadute o distruzione di nidi  oltre ai giovani inesperti che vengono a trovarsi in difficoltà nel periodo dell’involo.  Il 14,1 % degli esemplari è invece vittima di traumi di varia natura (compresi casi di ferite da armi da caccia) che in parte si risolvono positivamente ma che in vari casi determinano l’impossibilità di recupero completo o addirittura la morte dei soggetti già poche ore dopo la consegna o durante il trasporto al Centro.

Le altre cause di ricovero annoverano situazioni molto diversificate e con percentuali molto variabili. Nel corso del 2012 un’ eccezione rispetto agli anni scorsi è stata la consegna di numerose tartarughe d’acqua dolce oggetto di sequestro da parte delle forze dell’ordine.

L’esito dei ricoveri è stato molto legato alla gravità della situazione del ritrovamento e alla tempestività del soccorso. Tra tutti gli animali di origine selvatica, quindi teoricamente reintroducibili nuovamente in natura,  il 50% è stato liberato in habitat adatto alla specie mentre solo il 24,7% di essi purtroppo non ce l’ha fatta per le gravi condizioni fisiche al momento della consegna. Il 2% è risultato irrecuperabile e il 7,2% è ancora in attesa di liberazione nella prossima primavera. Un dato che fa riflettere è che il 15,1% è stato invece trasferito, per insufficienza di spazi,  in altre strutture di recupero della Regione Puglia a dimostrazione della necessità,  più volte evidenziata,  di implementare spazi, strutture ed attrezzature a supporto dell’attività.