Petrolio: Latronico, è tempo di responsabilità per Basilicata

MATERA - “All'indomani della bocciatura della Consulta della moratoria sulle estrazioni di petrolio assunta nei mesi scorsi dal Consiglio Regionale di Basilicata credo valga la pena ribadire le nostre posizioni, rimaste immutate da allora”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Pdl), capogruppo in Commissione ambiente e lavori pubblici della Camera. “Innanzitutto una domanda di fondo. Quanto giova ai lucani, al di la di ogni disputa costituzionale sulla titolarità delle competenze in materia di concessione di permessi di ricerca mineraria, aprire un conflitto con il governo centrale piuttosto che chiedere la realizzazione di un accordo condiviso in materia energetica, a partire dall'adozione del decreto interministeriale di attuazione del previsioni dell'art.16 del decreto legge sulle liberalizzazioni, che andava emanato ormai da quasi un anno, per ottenere alla Basilicata risorse fiscali legate alle estrazioni petrolifere per finanziare un fondo per lo sviluppo delle infrastrutture e delle attività produttive e per la valorizzazione ambientale? Dopo aver siglato, sempre con il concorso ed il sostegno dei parlamentari, con il governo Berlusconi un “Memorandum” che rivedeva ed attualizzava in maniera anche critica i due accordi di programma siglati con il governo e con le compagnie a partire dal 1998, rimettendo al centro la questione dello sviluppo e della tutela ambientale della Basilicata, è conveniente mollare la presa e rinunciare a negoziare un nuovo accordo organico e di alto profilo con il Governo e le compagnie? O piuttosto non si rischia di fare il gioco, con decisioni unilaterali e forse anche inefficaci, di chi non vuole rivedere la distribuzione fiscale a favore dei territori che contribuiscono al fabbisogno energetico come invece ha disposto per la prima volta il Parlamento con l’art.16 del dl liberalizzazioni? In sede di conversione del Decreto Sviluppo in Senato, abbiamo ottenuto dal Governo Monti l’approvazione di un ordine del giorno che impegnava il governo a procedere nella direzione di provvedere alla adozione dei decreti di attuazione previsti dalle norme varate dal Parlamento nei primi mesi dell’anno e che rappresentano ancora oggi la cornice legislativa del “Memorandum” sottoscritto tra Regione e Governo. Naturalmente non basta, se si spezza un fronte unitario che avevamo costruito mettendo al centro lo sviluppo della Basilicata, la sua tutela ambientale insieme alle impellenti esigenze del Paese di attingere alle risorse minerarie come leva per lo sviluppo in un momento di grave crisi e di recessione che registriamo sulla carne viva delle persone. La Basilicata che nel 2011 ha prodotto 1,17 miliardi di mc di gas naturale, 3,73 milioni di tonnellate di petrolio, il 71 % di quanto è stato estratto in Italia, che ha incassato 32 milioni per il bonus carburante,19 milioni per le royalties ai Comuni e 100,4 milioni di euro assegnati direttamente alla Regione, continua a chiedere il riconoscimento dello status di hub energetico di Italia e d’Europa pur in un quadro di rigorosa tutela ambientale o si concede alla scorciatoie ideologiche che negano lo sfruttamento delle risorse, anche quelle minerarie? La Basilicata in questi ultimi 13 anni ha messo a disposizione significative parti del suo territorio con ipoteche irreversibili e con responsabilità in termini di mancato sviluppo che semmai andrebbero scandagliate; cambiare d’un tratto abito è un esercizio forse improduttivo ed assai poco credibile! Senza con questo rinunciare a valutare i singoli progetti che vengono proposti e loro compatibilità! E’ il tempo della responsabilità per il Paese e per la Basilicata, in primo luogo per le sue classi dirigenti! Sviluppo e tutela ambientale sono un percorso possibile!”