Ilva, Tancredi e Giordano (Ugl): con chiusura, collasso socio-economico

POTENZA - “Sul futuro della più grande acciaieria europea, l’Ugl Basilicata sente l’esigenza di sollecitare anche le Istituzioni della Basilicata per rimarcare che nell’Italsider degli anni 60, oggi Ilva, tra i 12mila dipendenti diretti, senza contare l’indotto, tantissimi sono operai che giornalmente e per anni, pur di non abbandonare le loro famiglie, i loro paesi d’appartenenza, si recano dai paesi lucani verso Taranto ed oggi, la sua chiusura provocherebbe un vero e proprio collasso socio-economico anche per loro”.

E’ quanto dichiara il segretario generale dell’Ugl Basilicata, Giovanni Tancredi e il segretario dell’Uglm, Giuseppe Giordano per i quali, “saremo a fianco dei dipendenti per la salvaguardia dell'occupazione e di un pezzo fondamentale dell'economia della regione; facciamo appello alle nostre Istituzioni affinché  ancora nel territorio lucano non si lascino senza lavoro migliaia di persone, la maggior parte delle quali resterebbe in una situazione disperata e senza alternativa. E’ una prospettiva disastrosa – proseguono i leader Ugl -, non solo per Taranto. Si deve fare tutto il possibile per evitare che i licenziamenti diventino reali anche se tale vicenda si fa sempre più intricata e complessa. Chiediamo al governatore lucano De Filippo e all’assessore alle AA.PP. Pittella, di tenere alta l’asticella in cosa si prospetterebbe su tale brutta questione.

Il tormentato intrecciarsi di diritto al lavoro diventa sempre di più difficile soluzione, ma di certo non può scaricarsi sulle spalle dei cittadini e lavoratori sia pugliesi che lucani, i quali vivono momenti di tensione davvero insostenibili. Vigiliamo – proseguono i segretari Ugl -, la condizione dei lavoratori dell’Ilva ha un’aggravante in più rispetto a quella di altri travolti da una crisi industriale, oggi ci ritroviamo a dare delle risposte ambigue:’nasce prima l’uovo o la gallina?’ ossia, cosa mettere al primo posto, ‘importante il lavoro o la salute’? Certamente i due aspetti devono andare di pari passo perché gli operai, lucani e pugliesi, non vogliono e non possono perdere il lavoro ma, neanche la salute. Non vorremmo – concludono Giordano e Tancredi –  che a circa 48 ore, l’ultimo maxisequestro disposto dalla magistratura di Taranto sia stata solo l’occasione per gettare la spugna.

Il Gruppo Riva, infatti, pur avendo annunciato di voler impugnare ‘nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e inopinatamente esteso al patrimonio dell’azienda’, ha immediatamente giocato la carta che in altre occasioni si è rivelata vincente: usare lo spettro della catastrofe occupazionale”.

Posta un commento

0 Commenti