Terremoto ‘80, "Una ricostruzione mai giunta"

POTENZA - "Di quel disastroso evento, l’Ugl Basilicata vuole ricordare tanti lavoratori lucani che sono rimasti vittime : così quella data del 23 novembre 1980, della piccola Basilicata, resta tuttora indelebile nel ricordo di tutti”. È quanto dichiarano i segretari regionali dell’UGL Basilicata, Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano. “1980 – 2013, trentatre anni di sacrifici, promesse di sviluppo con esito di un fallito sogno industriale: ad oggi, la situazione nell’industria lucana e la percentuale di occupati nel settore la dice lunga sulla scarsa capacità innovativa ed il mancato tentativo di far partire dopo anni il sistema industria. L’intera Regione ha pagato un prezzo altissimo in costo di perdite di vite umane, lavoratori scomparsi e figli orfani che hanno dovuto combattere con un sogno di promesse ed illusioni, nella speranza di uno sviluppo industriale che non si è mai avvertito: troppo lontano – proseguono Giordano e Tancredi – dal vedere qualche opera di ricostruzione industriale terminata, costata pure tantissimi soldi. Soldi che sono stati destinati ad un processo d’industrializzazione che potesse abbinare alla ricostruzione di case soprattutto un virtuoso processo di sviluppo socio-economico, versante su cui il flop è stato ampio e clamorosamente deludente. Per la ricostruzione in Basilicata lo Stato ha stanziato 50.902 mld di lire fino al 1991, 32 in euro fino al 2008 con Finanziarie ad elargire contributi. Alle aziende 3 mila mld di lire. Perché di quel fiume immenso di denaro, che a valori attualizzati ad oggi viene stimato in circa 80 miliardi di euro, è stato fatto un uso non proprio immune da sprechi, accuse e sospetti: dalle prime misure di emergenza (decreto 776 del 1980) è un crescendo di risorse che trovano la base nella legge del 1981 con la quale si stanziano 8.000 miliardi di lire per la ricostruzione. Alla fine, tra mini-norme, rifinanziamenti e proroghe saranno ben 33 gli interventi legislativi previsti. Praticamente impossibile trovare una delle vecchie leggi Finanziarie in cui non fosse previsto un capitolo dedicato alla ricostruzione in Basilicata. Un po’ tutte le aziende che attinsero a piene mani ai fondi statali per ricostruire la Basilicata (i casi specifici delle aree industriali di San Nicola di Melfi, Vitalba e Nerico hanno persino del clamoroso ed incredibile ) sono sparite dalla circolazione. Per lo più se ne sono tornate da dove erano giunte, dall’Italia del nord ed anche dal nord-est del Paese con laudi bottini. Sul campo – continuano gli esponenti UGL – hanno lasciato tantissima delusione e soprattutto una schiera infinita di lavoratori in mobilità. E se non ha ripreso forte a marciare il fenomeno emigrazione è solo perché la crisi industriale ed economica Italiana ha sconsigliato a tanti di lasciare i paesi lucani d’origine. Valutando il tutto – proseguono Giordano e Tancredi – se pur dopo trentatre anni, coraggiosamente ci vorrebbe da parte di tutti, sindacato compreso, una spinta propulsiva affinché la macchina industriale della Basilicata si rimetta in moto creando sviluppo, utili, occupazione in un territorio lasciato decantare al suo destino, dove la politica e le istituzioni non riescono a tutt’oggi a trovare i giusti ed opportuni rimedi ai tanti problemi che attanagliano la ns. regione. Oggi – concludono gli esponenti UGL, Tancredi e Giordano - c'è in qualcuno ancora la speranza che ci si ricordi dei tanti che aspettano una ricostruzione mai giunta, ma soprattutto il desiderio che le parole evidenziate dal compianto Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, non debbano tornare a vivere suoi giornali di altre zone del nostro Paese che ancora soffrono, lottano e vogliono giustizia”.