'Consorzi Industriali: la riforma è naufragata o non è mai esistita?'

POTENZA - La legge di ‘riforma’ dei Consorzi industriali, approvata ieri, si è rivelata, come avevamo preannunciato, una mera ‘rivoluzione’ di facciata.

Qualificare ‘riforma’ il passaggio dal Consiglio di amministrazione all’Amministratore unico ci pare eufemistico. Nei fatti nulla è cambiato in quanto entrambi i Consorzi sono governati da Commissari e l’idea di un nuovo assetto gestionale è stato depotenziato ulteriormente con l’istituzione anche di due nuovi direttori generali. Segno evidente che il Pd, spaccato in fazioni, rivendica più poltrone.

Unica novità: l’introduzione, attraverso l’approvazione dei nostri emendamenti, delle APEA, ovvero delle aree produttive ecologicamente attrezzate, “dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell'ambiente” previste dall’Art. 26 del d.lgs. 112/1998.

In definitiva una legge ad hoc per finanziare nuovamente il carrozzone Asi di Potenza, che oramai è privo di qualsiasi vera funzione a parte l’erogazione dell’acqua e della luce.

Il Consorzio di Potenza è costato, numeri alla mano, 20 milioni di euro già erogati in operazioni immobiliari, tra il 2010 e il 2011, 3 milioni di contributo, tra il 2012 e il 2013 quando Pittella era assessore alle attività produttive, ai quali si aggiungono altri 20 milioni (con Pittella Presidente) per i prossimi 10 anni, elargiti con la legge approvata ieri.

Il Presidente, evidentemente nervoso accusando il colpo di un opposizione realista e propositiva, ha semplicemente reagito “urlando” che si tratta di un provvedimento positivo. Il motivo del suo nervosismo lo interpretiamo come la consapevolezza che ha aggiunto un altro fallimento alla sua idea di rivoluzione. Basta rileggere il suo programma elettorale quando parlava di “riforma dei Consorzi intesa come unificazione dei due Consorzi esistenti” cui si aggiungono “politiche industriali”, allo stato attuale ancora tutte da decifrare.

Chiaramente tutto ciò porta alla amara constatazione che si tolgono soldi alle imprese, che chi fa i “buchi” non viene punito, e che la ‘riforma del settore’ dovrà attendere tempi migliori e nuovi dispositivi legislativi.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale Gianni Rosa, Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale.