Losburla in concerto a Potenza

POTENZA - Il Premio de Andrè 2014 Losburla fa per la prima volta tappa a Potenza con il suo tour. A far da padrone della serata saranno soprattutto i brani del suo disco d’esordio “I Masochisti” uscito il 10 settembre 2013 per l’etichetta Libellula Music. L’Internazionale ha descritto l’album come un “piccolo capolavoro”. Losburla  (al secolo Roberto Sburlati) è cinico, politicamente scorretto e dissacrante, il suo intento è palesemente provocatorio e lo si capisce sin dalla copertina raffigurante lo stesso cantautore torinese che si sta gettando nudo nel fiume Po in pieno centro città. Il suo tour ha superato le 60 date in un anno, e quest’ultima parte verrà affrontata in solo acustico. Per questo l’artista stesso ha voluto ironicamente chiamare questo spettacolo “Sei Solo Chiacchiere e Chitarrino”.

Cinico, politicamente scorretto e dissacrante. Così si potrebbe definire “I Masochisti”, il disco d’esordio Di Losburla (al secolo Roberto Sburlati), il cui intento provocatorio risulta chiarissimo sin dal titolo e dalla copertina, raffigurante lo stesso cantautore torinese che si sta gettando nudo nel fiume Po in pieno centro città. Il disco alterna momenti vicini allo stoner rock ("Amaro", "Il mio processo di beatificazione") ad atmosfere più psichedeliche, dilatate e acustiche ("Letteratura", "Senti questo cane come abbaia"). Le melodie, semplici e dirette, vengono affiancate da soluzioni musicali tutt’altro che scontate, anche grazie al lavoro in fase di arrangiamento del produttore artistico Luca Cognetti (Eskinzo, Marco Notari & Madam, Mambassa) ed a quello in fase di mixaggio di Andrea Bergesio. Nei testi, crudi e diretti, non vengono risparmiate parole forti, ma allo stesso tempo si può notare uno studio approfondito delle assonanze, delle consonanze e delle figure retoriche da parte dell’autore.

L’ascoltatore viene proiettato in una sorta di mondo alla rovescia, in cui bassezze come l’arrampicata sociale, il tradimento, il successo a danno di terzi sono all’ordine del giorno e i valori positivi come la pietà, la dignità e la solidarietà diventano merce di scambio e vendita o ancora peggio sentimenti governati dai tempi televisivi. Non c’è stupore, non c’è una presa di distanza, perché tutto sommato il dolore è ciò che più fa godere I Masochisti. C’è, quella sì, la disillusione, quella di chi critica senza però mai assolversi, e l’ironia, quella che ti fa scappare un sorriso anche in un momento buio e difficile. Si torna quindi all’immagine di copertina, per chiedersi se quel nudo sia soltanto provocazione, oppure non sia l’immagine di chi “si toglie la maschera per mostrare ciò che è”, oppure un tuffo disperato in acque sì sporche, ma forse meno di quanto non sia sporca la superficie. Se lo potessimo chiedere all'autore ci risponderebbe con tutta probabilità: “non lo so, non me ne frega niente”.