L’azienda che ha dato lavoro negli anni a circa 800 dipendenti, oggi si trova a combattere contro gli esiti infruttuosi di un concordato preventivo che si trascina sin dal 2010. Negli ultimi anni, i circa 80 lavoratori rimasti si sono dovuti accontentare di commesse a tempo e di proposte di riorganizzazione societaria poco affidabili e senza alcuna prospettiva solida.
Non è inoltre chiaro il progetto messo in campo per poter operare nel campo della demolizione delle carrozze ferroviarie e l’abbattimento di rifiuti inquinanti, sottoposto alla Regione Basilicata.
A questo quadro si aggiunge la difficile situazione giudiziaria dei vertici del Gruppo Mancini, che vede Piero Mancini coinvolto in un processo per bancarotta fraudolenta.
Comprendiamo lo stato d’ansia e preoccupazione dei lavoratori e ci auguriamo che le prossime interlocuzioni con il MISE portino ad una svolta decisiva per il futuro dell’azienda. L’azienda ha assoluto bisogno di piani industriali seri e credibili tali da riportarla ai fasti di un tempo e non di acrobatiche operazioni societarie che potrebbero comportare solo il perpetuarsi di una pericolosa situazione di incertezza per decine di famiglie.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata - Consiglio Regionale