Ciclismo: Monti Dauni Mountain Bike, trionfa Gianfranco Bongerminio

Il punto più alto della Puglia. Il paese più in quota di tutta la regione e quello meno popoloso. La tappa più ventosa di sempre dell’Iron Bike e quella con più dislivello. No, non c’è nessuna ombra di retorica nel definire la Monti Dauni Mountain Bike la gara dei record, un evento che ha portato nel cuore del pre-Appennino oltre 200 biker con famiglie e accompagnatori per la quinta tappa dell’Iron Bike 2019.

Prima Biccari, il borgo rinato, cuore pulsante dell’evento con la partenza e l’arrivo. Ma anche Celle di San Vito (160 abitanti, un gioiellino architettonico incastonato nell’alta valle del Celone) e Faeto (il centro abitato più in quota di Puglia con i suoi 866 metri sul livello del mare, patria del suino nero) non sono stati che il preludio alla scalata della vetta della Regione, i 1152 metri del Monte Cornacchia, dove il vento ha raggiunto raffiche di oltre 60 km/h rendendo un’impresa degna del ciclismo eroico non tanto la (lunga) ascesa, quanto la capacità di restare in sella.

Questo affascinante scorcio di Puglia è stato messo sui pedali grazie all’opera ingegnosa di Francesco Velluto e della UC Foggia 1976 sotto l’egida della Federazione Ciclistica Italiana in seno al circuito Iron Bike, ma anche e soprattutto grazie alle comunità di Biccari, Faeto e Celle San Vito, che con la loro calorosa accoglienza hanno reso la Monti Dauni Mountain Bike un vero e proprio evento di paese nei tre borghi attraversati. In festa con i loro concittadini al transito della corsa i sindaci Gianfilippo Mignogna (Biccari), Maria Giannini (Celle San Vito) e Michele Favia (Faeto).

Con un percorso inedito e altamente spettacolare, il gruppo di biker si è addentrato nel cuore dell’unico nucleo Franco-Provenzale di Puglia, residuo linguistico della dominazione Angioina, scoprendo luoghi sospesi nel tempo, ancora lontani dai grandi flussi turistici e forse proprio per questo ricchi di fascino, sfidando le gambe per le pendenze cattive e poi liberando l’adrenalina in discesa, prima di gustare a tavola la tradizionale accoglienza della Daunia. All’arrivo, infatti, al posto del consueto pasta party o rinfresco in piazza, ciclisti e famiglie sono stati smistati in tutti i ristoranti di Biccari, un colpo di classe che ha spiazzato i partecipanti e propone un nuovo e lungimirante veicolo di promozione del territorio.

LA GARA E I COLPI DI SCENA – Con il percorso nettamente diviso a metà dal punto di vista altimetrico (si pedalava prima in pianura verso il Tavoliere e poi, invertita la marcia, verso i Monti Dauni) c’era da aspettarsi una prima parte di gara fortemente tattica, con un folto gruppo a controllare le fughe. Così è stato, infatti, e a segnare il punto di svolta ci ha pensato l’impegnativo guado nel torrente Celone, che per alcuni ha significato anche piedi e gambe inzuppate dalle gelide acque dei monti. Sulla salita successiva, quella che attraverso il bosco portava a Celle di San Vito, ha attaccato Giuseppe Belgiovine (Team Eurobike), sorprendendo tutti meno che Giacomo Scardigno (New Bike Andria), Giuseppe Pastore (Biking Team Cassano) e Mino Ceci (Ciclisport 2000). È ancora di Belgiovine lo scossone che, sferrato nel tratto tecnico, ha tentato di sgranare il quartetto, ma in breve il biscegliese è stato ripreso, rimescolando tutte le carte in tavola, mentre sugli inseguitori piombava anche un arrembante Gianfranco Bongerminio (NCT Alberobello).

Con il naso quasi perennemente rivolto all’insù è stato il turno di Pastore, che con un allungo deciso ha preso il largo in compagnia di Scardigno, arrivando ad avere circa 30 secondi di vantaggio. Poteva essere la fuga buona, ma il ruvese della New Bike rompe la catena (sarà 10° al traguardo, vanificando il secondo assalto consecutivo alla maglia fucsia) così che Ceci, Bongerminio e Belgiovine hanno avuto gioco facile per rientrare sul fuggitivo quasi allo scollinamento del Monte Cornacchia. Nella successiva e velocissima discesa, in picchiata verso Biccari è avvenuto di tutto. Pastore e Ceci tentano l’allungo e a causa del forte vento si disorientano e sbagliano strada. Alle loro spalle scende deciso Bongerminio, troppo deciso per Belgiovine che per prudenza tira un po’ di più i freni.

Il quartetto arriva a Biccari quasi contemporaneamente. Ceci e Pastore dal verso sbagliato (e vengono squalificati), Bongermino da quello giusto, potendo festeggiare a braccia al cielo non solo il rocambolesco bis sui Monti Dauni, meritatissimo per come ha interpretato la gara sin dalle prime battute, ma anche e soprattutto la maglia di leader della classifica generale. A 11 secondi dal tarantino di Laterza un ottimo Belgiovine, mentre completa il podio Antonio Notarpietro, della New Bike Andria. Bongerminio ha chiuso i 51 km in 2 ore 26 minuti e 21 secondi, alla media di 21,73 km/h per quello che in gergo ciclistico si definisce “tappa e maglia”.

Tra le donne non c’è stata storia: la maglia fucsia leader della generale Simona Quarta (MTB Martano) ha impresso da subito un ritmo forsennato, guadagnando un margine di vantaggio così ampio sulle avversarie da stare al sicuro anche da un errore (innocuo, per fortuna) nell’ultima discesa. Per la salentina una nuova affermazione di classe, precedendo sul podio Rosa Di Nunno (Pedale Elettrico) e Miriana Dirutigliano.

LA CLASSIFICA – Nelle singole categorie si registrano le affermazioni di Giacomo Scardigno (New Bike Andria – ELMT), Luigi Rizzo (Bike 3 Cerignola – JMT), Paolo Guagnano (individuale, categoria M1), Ermanno Laneve (NCT Alberobello – M3), Alessandro Fittipaldi (Ciclisport 2000 – M4 e leader della seconda fascia generale), Gaetano Soriano (Oroverde Bitonto – M5), Pasquale Piemontese (individuale, categoria M6), Vincenzo Sannicandro (Team Eurobike Corato – M7) e di Francesco Laterza tra gli under (Vejus Aran Cucine). Nella speciale classifica dedicata alla categoria agonistica juniores (17-18 anni) non basta il successo al tarantino Cristian Roberti (Ciclisport 2000) per soffiare la maglia a Giuseppe D’Amico (MTB San Pietro Salis Bike), secondo al traguardo.

Ma ad onor di cronaca il mezzo più idoneo per sfidare la combinata vento e tempesta dei Monti Dauni si è rivelata la E-Bike, bicicletta con pedalata elettricamente assistita, che potrebbe risultare anche un’ottima idea per lo sviluppo turistico della zona. Nella speciale classifica il gradino più alto del podio è andato ad appannaggio di Francesco Fumarola, che ha raggiunto e superato Donato Grossi (Free MTB), a lungo in testa alla gara in fuga solitaria. Medaglia di bronzo per Vincenzo Francesco De Lorenzo (NRG Bike Monopoli).

Numerosa, sulla scia di Bitonto e Altamura, la partecipazione degli escursionisti per la pedalata cicloturistica, in 40 ai nastri di partenza. Sul percorso ridotto, che ha avuto l’ascesa al Monte Cornacchia come fulcro, il miglio tempo è stato fatto registrare da Fabio Tetta, che ha chiuso in 02:57:23 alla media di 16,42 km/h. Sul podio anche Giancarlo Tedesco (R03 San Michele di Bari) e Angelo Michele Liotino. Tra le donne podio per una ritrovata Anna Paola Rella e per Sabrina De Donno.