Concorsi pubblici e trasparenti. Leggieri (M5S): “Si passi dalle parole ai fatti”

POTENZA - Nei giorni scorsi ho presentato una interrogazione al Presidente della Giunta, Vito Bardi avente ad oggetto l’annoso tema dei precari. Il problema della stabilizzazione presso le Pubbliche Amministrazioni del personale precario è di stringente attualità; è necessario, pertanto, comprendere quali siano le intenzioni della Regione su questo tema e sapere se intende avvalersi di professionalità da reclutare esclusivamente all’esterno, attraverso l’indizione di procedure concorsuali ordinarie, oppure avviare anche le procedure concorsuali riservate.

L’interrogazione sintetizza tutto ciò che si è sempre sostenuto finora nei vari comunicati stampa, ovvero che le Pubbliche Amministrazioni non hanno alcun obbligo di avviare le relative procedure di stabilizzazione e i lavoratori precari non possono vantare alcun diritto soggettivo ad essere stabilizzati. A tal riguardo, si osserva che la Corte Costituzionale ha riconosciuto nel concorso pubblico (art. 97 Cost., comma 3) la forma generale ed ordinaria di reclutamento per il pubblico impiego, dichiarando sempre l’illegittimità costituzionale delle normative regionali, volte alla stabilizzazione del personale precario.

Con la sentenza n. 5/2020, – spiega il consigliere del Movimento 5S – la Consulta ha espressamente dichiarato l’incostituzionalità di alcuni articoli della legge regionale n. 38/2018, rafforzando la tesi che le procedure selettive riservate possono essere giustificate solo quando vi siano i requisiti dell’interesse pubblico, oppure specifiche necessità funzionali dell’amministrazione. Alla luce della normativa vigente (Legge Madia D.Lgs. 75/2017), la possibilità di avviare procedure di stabilizzazione del personale precario della P.A. è rimessa in ogni caso all’apprezzamento discrezionale del legislatore regionale e, pertanto, non vi ricorre alcun obbligo per l’Amministrazione, datrice di lavoro.