Tutto fermo per il riordino del settore giochi in Italia

(ANSA)

C’è un grande fermento sul mondo del gambling italiano. Un fermento che è economico, ovviamente, ma stavolta soprattutto politico, normativo e regolamentativo. Si torna infatti a parlare del bando di gara che avrà come oggetto le concessioni per i giochi legali e quindi per l’universo di scommesse, bingo e slot machine. Un tema caldissimo che, stando a quanto riportano gli esperti del settore, sarà inserito nel testo della Legge di Bilancio.

“Ci aspettiamo un’attenzione particolare a questo tema da parte dei lavori della commissione – spiega la redazione di Bonus Ricchi – perché un segmento così florido, che offre così tanta occupazione all’Italia, non può passare in secondo piano”.

Le priorità trattate dalla nuova legge di Bilancio hanno fatto fuoruscire gli emendamenti relativi appunto al riordino del gioco legale e alle sue conseguenti concessioni. Stando a quanto si legge su Jamma, infatti, altri emendamenti non saranno discussi dai vari gruppi politici.

“A quanto ci risulta – continuano gli esperti di Bonus Ricchi – alcuni esponenti del Governo, in questi giorni, hanno incontrato i rappresentati di alcune aziende del settore, che da tempo si sta impegnando nel sollecitare l’interesse del legislatore”. Questo perché un riordino del settore giochi è di fondamentale importanza, ma risulta ancora accantonata, messa in un angolo. Intanto l’anno sta per finire, sta per arrivare Natale e quindi la scadenza per i termini dell’approvazione della manovra. Difficilissimo se non impossibile, dunque, arrivare a un intervento risolutivo in tempi brevi.

Lo si legge anche sull’autorevole fonte di Milano Finanza, quotidiano che da sempre guarda con occhio attento alle dinamiche tra gambling legale e politica: “Il dossier è arenato e al ministero dell’Economia si cerca di trovare una soluzione. Il testo è oggetto di continue riscritture, dopo le prime ipotesi di proroga pluriennale, funzionale a un riordino generale del sistema, capace di contemplare un nuovo modello distributivo dei giochi, regolare i rapporti con le autonomie locali e inasprire le sanzioni contro il gioco illegale, prevedendo anche nuovi poteri di controllo. A impedire finora di giungere a un punto di caduta e’ il nodo risorse, stimate in circa 900 milioni”.

Nell’articolo si sottolinea anche come la volontà del ministero sia stata, fin qui, di optare per una proroga onerosa. Una tale soluzione si scontra tuttavia con i timori dei concessionari e degli operatori. “Il settore è stato infatti tra i più colpiti dalle limitazioni e delle chiusure per arginare i contagi dal Sars-Cov2 - si legge - Manca inoltre, al momento, un tavolo di confronto per arrivare a scelte condivise”.

Servono quindi riforme e soluzioni. Da trovare però in tempi brevi.