"Tra le tante affermazioni fatte ieri da Bardi mi ha colpito il passaggio sulla sanità, sulla carenza di medici e sulle liste di attesa, problemi che hanno tutte le regioni. Una puerile giustificazione per coprire le proprie manchevolezze. Mal comune mezzo gaudio, dunque speriamo di stare sempre bene, avrebbe detto il saggio. Ascoltare parlare il generale Bardi è come guardare la scena del film 'Miseria e Nobiltà' dove il giovane Peppiniello alle domande che gli venivano fatte, rispondeva sempre così: Vincenzo m’è padre a me. Oramai sono circa quattro anni di governo regionale e ascoltiamo sempre lo stesso discorso: è tutta colpa di chi c’era prima, c'è stata la pandemia e tutti hanno gli stessi problemi. Un ritornello che piace recitare spesso al quale ora, tronfio, piace aggiungere la panacea di tutti i mali: il bonus gas. Per la serie: vi ho dato il bonus gas, adesso 'zitti e buoni'".
Lo afferma il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli che aggiunge: "Mi dispiace generale Bardi: con questa litania non ce la farà ad ingannare i lucani. La situazione di coma politico della sua maggioranza va avanti ormai da tempo e le recenti questioni giudiziarie hanno solo esasperato il clima: il punto è che le commissioni consiliari non si riuniscono più da mesi, così come sono mesi che non si riescono a rinnovare le presidenza delle stesse. La giunta regionale è monca e si attende ancora la nomina di un assessore. Tutto questo in un gioco di ricatti e rese dei conti dove il bene dei lucani è solo una frase ormai abusata. Che la situazione fosse tragicomica già lo si sapeva, ma che di fronte al voto di una mozione di sfiducia il caro generale Bardi deve prendere atto che non ci sono i numeri per governare, tanto che subito dopo il voto sulla sfiducia la seduta è stata sciolta per mancanza del numero legale".
"Che la mozione di sfiducia non avesse i numeri per poter essere approvata lo sapevamo tutti - conclude - però oggi abbiamo la conferma che lei non ha i numeri per governare. La nostra mozione aveva esattamente l’obiettivo di mettere a nudo la verità. E la verità è che è sotto ricatto e dunque, semmai le sue parole sull’etica e estetica della politica avessero avuto un senso, il senso sarebbe che dovrebbe semplicemente dimettersi".