Intelligenza artificiale, Giuliano:diffuso sondaggio nelle scuole

(Pixabay)


"Può l’Intelligenza Artificiale Generativa essere uno strumento utile per l’insegnamento? In che misura e secondo quali modalità docenti ed educatori possono applicare dispositivi come ChatGPT alla didattica? Parte da queste domande l’iniziativa volta a rilevare il grado di conoscenza e di utilizzo da parte degli insegnanti e docenti di IA come ChatGPT, di facile accesso online ormai da un anno". Lo rende noto il Garante regionale dell'infanzia e l'adolescenza, Vincenzo Giuliano che insieme all’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te.) hanno diffuso a tutti gli Istituti Scolastici e l’Università UNIBAS, un sondaggio rivolto ai docenti, su ChatGPT e IA in generale.

"Molti sono i ragazzi che utilizzano già da anni questa chatbot per riassunti, tesine e altro ancora. Gli adulti che seguono il loro percorso educativo sono a conoscenza di questo programma? Lo utilizzano personalmente? Hanno mai provato a farne uso in classe? Giornalisti, esperti della comunicazione, programmatori e scrittori si servono con professionalità di questo strumento. Dopo la stipula del protocollo di intesa tra l’Autorità Garante e l’Associazione Di.Te. della Basilicata, anche l’attenzione sulla scuola si è diretta al ruolo dell’intelligenza artificiale nella didattica. ChatGPT - spiega Giuliano - può avere un utilizzo valido al di là della scorciatoia per semplificarsi i compiti a casa. Infatti, questa chatbot può agire come assistente virtuale per gli insegnanti, aiutandoli a creare quiz, test e a preparare le lezioni. Lo strumento riesce a rendere le domande più inclusive e accessibili a tutti i livelli d’apprendimento.  Variando metodi e materiali con più agilità, gli educatori potranno andare incontro agli interessi degli studenti e aiutare quelli in difficoltà, con progetti di tutoraggio e recupero realizzati più velocemente. Inoltre, la versatilità linguistica e le possibilità di traduzione applicabile da ChatGPT garantiscono una migliore fruibilità didattica anche nel caso di studenti che non parlano l’italiano come prima lingua. Gli insegnanti rischiano davvero di essere sostituiti dalle Intelligenze Artificiali? O, piuttosto, il lavoro degli educatori può e deve essere quello di spiegare come utilizzare nel modo migliore, e a nostro favore, l’IA?  Rendere queste tecnologie accessibili - conclude Giuliano -, facili da usare per tutti, attraverso input stimolanti e suggerimenti di spessore culturale: questo l’impegno di cui volersi far carico".