MATERA - La Corte Suprema di Cassazione ha ufficialmente dato il via all’iter amministrativo per il referendum relativo al passaggio di Matera dalla Basilicata alla Puglia. L'organo giudiziario ha fornito tutte le procedure necessarie per la redazione della domanda referendaria e ha individuato un delegato incaricato di seguire il percorso burocratico. La richiesta, avanzata dagli ex parlamentari Corrado Danzi e Tito Di Maggio, è stata ritenuta legittima e potrà dunque proseguire nel suo iter istituzionale.
Le motivazioni alla base della richiesta
La proposta di referendum nasce da una serie di considerazioni legate alle opportunità economiche e ai servizi offerti dalla Puglia, rispetto alle difficoltà amministrative riscontrate in Basilicata. In particolare, i promotori evidenziano come la suddivisione amministrativa della regione lucana, con 100 Comuni nella provincia di Potenza e 31 in quella di Matera, abbia portato a un accentramento delle funzioni nel capoluogo di regione, penalizzando il territorio materano.
Secondo Danzi e Di Maggio, questa condizione ha contribuito all’impoverimento del territorio e all’aumento dell’emigrazione, ostacolando lo sviluppo e le potenzialità di Matera. L’ingresso in Puglia, secondo i promotori, potrebbe rappresentare una svolta per il dinamismo economico e una migliore offerta di servizi per i cittadini.
Prossimi passi e implicazioni politiche
L'iter referendario prevede ora una fase di approfondimento istituzionale e di raccolta delle firme necessarie per portare avanti la consultazione popolare. Il dibattito è destinato a suscitare grande interesse sia a livello regionale che nazionale, coinvolgendo amministrazioni locali, istituzioni e cittadini in una scelta che potrebbe ridefinire i confini amministrativi del Mezzogiorno.
Si attendono ora ulteriori sviluppi per comprendere le prossime tappe di un processo che potrebbe cambiare il futuro di Matera e della Basilicata.
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