Intervista a Desìo: il cantautore ci racconta il suo nuovo progetto che porta il titolo ''Via''



É disponibile per Piuma Dischi, il nuovo EP di Desìo, cantautore classe 2003 - cresciuto in una famiglia amante della musica, si è avvicinato presto al pianoforte e alla batteria, sviluppando una passione che lo ha portato a intraprendere la carriera musicale.

“Via”, questo il titolo disco, è un nuovo è importante capitolo di un viaggio interiore, un percorso che attraversa sette canzoni nate in un grande momento buio. Un giorno tutto sembra andare per il meglio, e quello dopo, improvvisamente, crolla ogni certezza. Paure, ansie e dubbi diventano compagni di viaggio inevitabili. Come si supera un periodo del genere? Non esiste una risposta semplice, ma una possibilità è mettersi in movimento: viaggiare, cambiare prospettiva, liberare la mente da tutto ciò che la opprime. “Via” è proprio questo: la ricerca di un’uscita, di una strada nuova, anche quando sembra impossibile trovarla.

 Ogni brano rappresenta una tappa diversa di questo percorso, tra momenti di profondo smarrimento e barlumi di speranza. Non è un cammino lineare: ci sono passi avanti, cadute, ripartenze. Ma alla fine resta l’idea che, nonostante tutto, una via d’uscita esiste sempre. Bisogna solo avere il coraggio di cercarla.

Samuele, in arte Desìo, nasce nel 2003 in provincia di Varese. Cresciuto in una famiglia amante della musica, si avvicina presto al pianoforte e alla batteria, proseguendo poi gli studi in conservatorio. Con il tempo sente il bisogno di scrivere per esplorare sé stesso: la musica diventa così il mezzo con cui un animo introverso riesce ad aprirsi e comunicare in modo autentico e sincero. Ad agosto 2024 ha pubblicato il suo EP d’esordio, "Un Giorno di Pioggia", distribuito da Piuma Dischi e The Orchard, e interamente prodotto con Jurijgami.

Il 30 maggio 2025, sempre per Piuma Dischi, uscirà "Via", il nuovo EP: si tratta di un lavoro intimo e profondamente cantautorale, composto da sette brani scritti di getto. Il disco dà voce alle paure, alle fragilità e alle ansie più profonde dell’artista, nate durante un periodo particolarmente buio e complesso della sua vita. Al centro del racconto c’è la città di Cracovia, che fa da sfondo emotivo a un viaggio introspettivo e sincero. Via è un progetto che unisce una scrittura viscerale a una produzione delicata (confermando nuovamente la collaborazione con Jurijgami), con l’obiettivo di trasformare la vulnerabilità in valore e invitando ad abbracciarla senza paura e con consapevolezza.

La tua scrittura ha spesso un tono intimo, quasi da diario. Quanto conta per te il luogo in cui ti trovi quando scrivi o componi?

Ho avuto la fortuna di viaggiare molto, sin da piccolo, e questo ha avuto un impatto profondo sulla mia scrittura, perchè ogni viaggio porta con sé nuove esperienze, nuove prospettive, e inevitabilmente finisco per riversarle nella musica. Mi lascio influenzare da ciò che vivo, da ciò che vedo per la prima volta e da ciò che mi sorprende. Uno degli ultimi viaggi, a Cracovia, è stato particolarmente significativo, perchè mi ha riempito il cuore e ha dato origine a tutto il percorso creativo che ha portato alla nascita di questo EP.

Hai mai avuto un “luogo rifugio” che ti ha aiutato a ritrovare concentrazione o ispirazione, magari lontano dalle grandi città?

Due luoghi in particolare hanno avuto un ruolo importante nella mia ispirazione, seppure in modi diversi: Milano e la mia provincia. Da bambino guardavo Milano con occhi pieni di entusiasmo, la sentivo viva, affascinante, mentre oggi, invece, fatico a riconciliarmi con tutto ciò che la città rappresenta, tra caos, difficoltà e contraddizioni. Al contrario, la mia provincia resta un rifugio, perchè è qui che riesco a respirare e a godermi il tempo che passa senza fretta. Qui anche i momenti più semplici acquistano valore, e diventano spesso il punto di partenza per nuove idee.

 Hai mai visitato la Basilicata?

Non ci sono mai stato, purtroppo, ma è uno di quei luoghi in cui sogno da sempre di andare. Spero prima o poi di poterci andare, magari per suonare. In realtà, mi piacerebbe portare la mia musica anche in tanti altri luoghi spesso dimenticati, soprattutto nel sud Italia, dove sento che ci sarebbe un’energia particolare con cui entrare in contatto.

C’è un contesto geografico o urbano in Italia in cui ti piacerebbe portare la tua musica live, anche fuori dai percorsi abituali?

e penso a un paesaggio che potrebbe ispirarmi davvero, direi la Liguria o una zona di mare del Sud. Il mare mi affascina profondamente, non tanto per l’estate e le spiagge, che trovo spesso ripetitive, quanto per ciò che il mare rappresenta: le storie che porta con sé, le vite di chi lo attraversa, di chi lo conosce come casa. C’è una poesia naturale in tutto questo che mi cattura ogni volta.

Pensi che l’Italia, con le sue differenze regionali così marcate, influenzi in modo diverso i percorsi musicali dei giovani artisti?

Sì, assolutamente. Il silenzio delle piccole città, l’eco dei paesaggi, i rumori sottili della natura, tutto questo ha una forza incredibile sulla mia scrittura. Spesso, quando mi sento bloccato, esco e mi immergo nei suoni della mia provincia. Possono essere dettagli semplici — un campo, una strada vuota, un angolo nascosto del paese — ma contengono una verità che mi aiuta a ritrovare le parole. Sono stimoli delicati, ma potentissimi.



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