Oggi abbiamo assistito e partecipato alla manifestazione delle associazioni sotto la sede di Via Verrastro. È stato un grido disperato contro un provvedimento che minaccia il futuro delle e dei nostri giovani, spesso invocati e celebrati nei discorsi elettorali, ma raramente ascoltati.
Mercoledì 11 giugno si voterà un bilancio in ARDSU che, con le cifre attuali, condannerebbe circa il 40% degli idonei alla borsa di studio per l'anno accademico 2025/2026 a non riceverla. Privare centinaia di ragazzi del diritto allo studio significa negare loro la possibilità di costruire un futuro dignitoso e contribuire alla crescita del nostro territorio. È un affronto inaccettabile.
Abbiamo voluto la facoltà di medicina come simbolo di progresso, ma stiamo rischiando di perdere terreno in diritto allo studio. Questi tagli non minacciano solo l’istruzione, ma mettono a rischio il già fragile ascensore sociale. Non possiamo permettere che le famiglie più deboli siano escluse dall'università e private di una prospettiva di crescita.
Qual è la reale visione di Bardi per la Basilicata? Se continuiamo a tagliare gli investimenti nell'istruzione e rendiamo l'accesso all'università un privilegio per pochi, stiamo condannando la nostra terra all’immobilismo e all’impoverimento culturale e sociale.
La conclusione dei fondi PNRR sta diventando un alibi per smantellare i pilastri del welfare e negare opportunità. Chiediamo con urgenza a Bardi e Cupparo di trovare le risorse necessarie in bilancio.
Saremo sempre al fianco delle studentesse, degli studenti e delle associazioni in ogni forma di rivendicazione del diritto all’equo accesso all’istruzione. Non permetteremo che il futuro della nostra Regione venga compromesso da scelte politiche miopi e irresponsabili. La battaglia per il diritto allo studio è una battaglia di civiltà, e noi la combatteremo fino in fondo.
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