POTENZA – Il nuovo anno scolastico si apre tra nuove speranze e vecchi problemi che si trascinano da tempo. Uno su tutti è la cronica carenza di personale nelle scuole lucane. Secondo un’analisi della Cisl Scuola, nonostante le 370 immissioni in ruolo autorizzate, il numero dei docenti resta esiguo rispetto all’organico di fatto della regione. Le cattedre vacanti, soprattutto nel sostegno e nelle discipline scientifiche, continuano a rappresentare un’emergenza. La Basilicata, come altre regioni del Sud, sconta da anni una scarsità strutturale di insegnanti specializzati nel sostegno presenti in organico di diritto. «Le 370 assunzioni non bastano – dichiarano il segretario generale della Cisl Basilicata Vincenzo Cavallo e la segretaria generale della Cisl Scuola Basilicata Loredana Fabrizio – perché siamo di fronte a un problema strutturale che riguarda soprattutto il sostegno».
Un nodo critico è proprio quello della continuità degli insegnanti di sostegno: «La recente normativa ministeriale, pur animata dall’intento di garantire un docente stabile per gli alunni con disabilità, si traduce spesso nella conferma di supplenti non specializzati, a scapito di chi ha conseguito titoli e competenze specifiche. Una precarizzazione mascherata che alimenta disuguaglianze e scontento. Solo per quest’anno sono stati autorizzati, al momento, circa 300 posti in organico di fatto, che diventeranno sicuramente di più in corso d’opera, come dimostra l’esperienza dello scorso anno. Tuttavia, senza una programmazione seria, le famiglie continueranno a vivere nell’incertezza e gli insegnanti nella precarietà. È inaccettabile che gli studenti con disabilità non possano avere garantita la continuità didattica da personale stabile e soprattutto qualificato».
A queste criticità si aggiunge la carenza di personale Ata. Nelle scuole lucane sono 104 le nuove assunzioni in ruolo – 70 a Potenza e 34 a Matera –, una cifra che la Cisl definisce «una goccia nel mare rispetto alle necessità, mentre oltre 500 collaboratori scolastici precari ogni anno garantiscono l’apertura delle scuole, la pulizia, la sorveglianza e il supporto ai docenti, per poi essere licenziati a giugno e riassunti a settembre. Il personale Ata – sottolineano Cavallo e Fabrizio – è un pilastro importante del nostro sistema scolastico: senza collaboratori scolastici, assistenti tecnici e amministrativi la scuola non apre, non funziona e non è sicura. Eppure continuiamo a registrare una carenza cronica. Servono stabilizzazioni per i precari storici e un piano straordinario di incremento degli organici, perché con questi numeri non si garantisce né la qualità del servizio né condizioni di lavoro dignitose».
La situazione è aggravata da ritardi e errori nella gestione delle Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps), che ogni anno costringono scuole e insegnanti a convivere con spezzoni di cattedra non presenti nelle scuole, supplenze annullate e continui cambi di incarico. In questo contesto, pesa anche la scure del dimensionamento scolastico che «indebolisce la scuola pubblica e scarica ulteriori responsabilità sui dirigenti scolastici già oberati da reggenze e complessità organizzative». «Il rischio – affermano ancora Cavallo e Fabrizio – è quello di un progressivo smantellamento del sistema scolastico regionale, dove invece servirebbe investire per garantire pari opportunità agli studenti lucani. La Basilicata ha bisogno di più docenti, più personale Ata, più risorse e meno tagli. Non chiediamo privilegi, ma il diritto ad una scuola che funzioni e che rispetti i lavoratori e le famiglie».
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