Cucina italiana, Alsia: bene per aziende lucane


È la prima volta che l’organizzazione delle Nazioni Unite, settore Cultura, riconosce come patrimonio dell’umanità una cucina nella sua interezza, con il suo immenso patrimonio, con le sue differenze. “Il riconoscimento della cucina italiana patrimonio immateriale dell’Umanità – dichiara Michele Blasi, direttore dell’Alsia – è la risposta al lavoro svolto, con instancabile dedizione e sacrificio, dagli operatori dell’agroalimentare e non solo. Un premio che andrà a potenziare e salvaguardare le filiere lucane, assicurando supporto alle aziende agricole del nostro territorio. 

Benché ogni regione, ogni provincia e ciascun singolo paese si caratterizzino per la produzione di eccellenze specifiche e ineguagliabili per la propria unicità, questo premio valorizza la biodiversità e l’artigianalità, elementi su cui l’Alsia e il Dipartimento Agricoltura investono da tempo promuovendone il legame con il territorio, il riconoscimento della qualità e la protezione. Attualmente – spiega il direttore Blasi – sono ben sei i prodotti lucani a marchio Dop e sette a marchio Igp, tra ortaggi, formaggi, oli e un salume, senza contare i vini. Un traguardo – conclude il direttore dell’Alsia – che ci permette di continuare il percorso intrapreso dall’Assessore alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Carmine Cicala, che consentirà ai protagonisti del comparto agroalimentare lucano di capitalizzare il proprio operato in una prospettiva di crescita ampia, sostenibile e duratura”.

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