Basilicata: la strage silente dell'amiano

di Concetta Padula. Se il lavoro, nella nostra Repubblica, rappresenta un diritto-dovere riconosciuto a tutti i cittadini, le leggi devono anche saper tutelare la salute e l'integrità psico-fisica del lavoratore.

Forse la legge 257/92 in Italia è arrivata troppo tardi, rispetto al contesto legislativo europeo, tanto più che in alcuni casi non viene neanche rispettata, è ciò che è accaduto a Pisticci con l'Enichem, alla Montefibre di Casoria e Acerra, alla Liquichimica e Materit di Ferrandina. A mettere in stato d'accusa queste fabbriche sono i tanti ex- dipandenti che con la loro esperienza di vita hanno vissuto sulla propria pelle la straziante realtà di una tragedia ammunciata da tempo e del tutto prevedibile.

Tra tutti c'è anche Mario Murgia (presidente dell'AIEA- associazione italiana esposti amianto), un sessantenne che ha prestato servizio per oltre trent'anni presso lo stabilimento di Pisticci. Il Murgia parla di muro di omertà che si è immalzato intorno a questa strage silente che conta 96 decessi per tumore ai polmoni e più di 200 ex-lavoratori con le vie respiratorie irrimediabilmente compromesse.

Il presidente dell'AIEA chiede allo Stato la rimozione degli stabilimenti a livello nazionale e lo stanziamento di un fondo sociale per le vittime di amianto dato che l'Italia è una tra le prime consumatrici, a livello europeo, di questa pericolosa sostanza.