La città del Rinascimento italiano ha fatto da cornice al corteo che, sfilando per le vie del centro, aveva alla testa i familiari delle vittime.I congiunti "urlavano" in modo sommesso il proprio dolore scandito a brevi tratti dai nomi di coloro che hanno pagato con la vita la voglia di legalità.
Nel cielo azzurro della compostezza generale hanno fatto sobbalzare e riecheggiano ancora oggi le parole di Don Ciotti. Egli sostiene che indignarsi non basta ma occorre coltivare il diritto alla pietà per i morti unito a quello per la verità e la giustizia.
Il fondatore di Libera riconosce e conferisce riconoscenza alla grande mole di lavoro compiuto da tanti uomini, e donne, di Stato che decidono di "non girarsi dall'altra parte" ma che applicano i principi della democrazia.
I giudici sostengono che la mafia ha più paura della scuola e non della giustizia.
La scuola istruisce la mente ed educa gli animi dell'uomo per bene.
Infatti, rompendo il muro dell'omertà e denunciando le intimidazioni e le pressioni psicologiche che "la mafia non può prosperare".
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