Gianni Rosa FDI: ''Siamo opposizione costruttiva, non tacchini!''

A chi ci chiede di essere “un’opposizione costruttiva, capace di entrare nel merito delle questioni senza pregiudizi e senza uno sterile spirito di contrarietà” rispondiamo con una frase di Piero Calamandrei “Per far funzionare un parlamento, bisogna essere in due, una maggioranza e una opposizione. Ma non nel senso gastronomico in cui quel ghiottone che fu Iarro soleva dire che «per mangiare un tacchino bisogna essere in due: io e il tacchino»”. E per non divenire ‘tacchini’, secondo l’Autore, occorre che vi sia una base di confronto su cui fare sintesi. Ora ci chiediamo: dov’è, nel parlamentino lucano, il terreno comune di discussione? È sufficiente invitare al dialogo, al confronto, allo spirito costruttivo se, poi, non c’è nulla su cui dialogare, confrontarsi o costruire? O, peggio ancora, se quello su cui si chiede il dialogo, il confronto o la costruzione è qualcosa di riprovevole e vergognoso? Pensare che l’attività di governo possa limitarsi a dispensare soldi e prebende qua e là ci troverà sempre strenui oppositori. Ogni e qualsiasi tentativo di considerare il denaro pubblico come mezzo per ‘accontentare amici, parenti e clientes’ non è, per noi, terreno di discussione. I casi “Vizziello-Marino”, esempi del più becero comportamento da prima repubblica craxiana, ci vedranno sempre vigili nella funzione di controllo e denuncia che è propria dell’opposizione. Non ce ne voglia qualcuno, ma considerare la Regione come bancomat personale, quando gli interessi sul conto li pagano i Lucani, è per noi qualcosa di odioso ed inaccettabile. E se poi quell’invito, quello alla collaborazione e alla costruzione, si dimostrasse pura e semplice retorica destinata ad imbonire il pubblico che, nella maggior parte dei casi, vuole ascoltare quel che più lo aggrada? Una cosa sappiamo con certezza, noi abbiamo raccolto l’invito. In fase di approvazione di assestamento, abbiamo fatto proposte, e non poche; abbiamo cercato di ragionare con la maggioranza (almeno quella non troppo irreggimentata e che aspetta solo il cenno del capo per la votazione) su modifiche ed emendamenti; abbiamo persino corretto norme della Giunta redatte in modo errato. Ma tutto ciò è stato liquidato, nella maggioranza dei casi, con un laconico “la Giunta non è d’accordo”. Ora, come e perché non fosse d’accordo la Giunta non ci è dato sapere. Nessun dialogo, nessuna spiegazione, nessuna “dialettica di ragionati contrasti”solo la “Giunta non è d’accordo”. Fatto sta che alcune proposte sono state accolte e altre, figlie della medesima ratio, no. Perché? E chi lo sa. Esempio? Passa la nostra proposta di un disegno di legge per l’istituzione di un Fondo per sostenere il riequilibrio finanziario dei Comuni che abbiano dichiarato il predissesto, con il vincolo, da parte del beneficiario, di presentare un piano di rientro. Ci sembra logico: sì alla solidarietà verticale, ma senza scadere nella premialità per chi ha, comunque, portato al dissesto un Comune. Sì all’aiuto per non penalizzare i cittadini, no al bancomat. L’emendamento soppressivo dei commi dell’articolo 29 dell’assestamento che prevedono un contributo di 6.574.000,00 euro per San Fele, Nova Siri, Bernalda e la Provincia di Potenza viene bocciato senza se e senza ma. Come a dire: buona l’idea del Fondo per regolamentare i contributi ai Comuni in dissesto ma nel frattempo ho qualche ‘debito’ preelettorale da saldare. Per non parlare del netto no alla nostra proposta di regolamentare per legge i contributi alle città capoluogo. Perché se la logica è la medesima dell’istituzione del Fondo, si dice no? Forse, questi contributi a pioggia permettono un maggiore ‘controllo’ sulle amministrazioni dei Capoluoghi? Non sappiamo. Sappiamo solo che ci sono belle parole su riforme che, per ora, sono solo sulla carta ma che vengono pubblicizzate come già operative. Sappiamo solo che gli inviti alla collaborazione ed all’opposizione costruttiva, alla prova di fatti si sono rivelate solo discorsi retorici, pieni di concetti pleonastici che celano malamente un vuoto sostanziale e la volontà di sottrarsi e confrontarsi con la realtà. Intanto da opposizione costruttiva, e non da “tacchini”, continueremo a fare denunce, controlli e proposte. Saremo disponibili al dialogo su terreno condiviso e non riceveremo diktat da nessuno. Per questo c’è la maggioranza. Noi siamo opposizione.