Delrio: ''Renzi vuole sfruttare il petrolio ed evita il confronto con i lucani''

POTENZA - José Alberto Mujica Cordano, detto "Pepe" è stato presidente dell'Uruguay. Un personaggio di straordinaria popolarità, sostenitore del principio economico della "decrescita serena". Lo stesso principio che ispira in larga parte la controversa enciclica di Papa Francesco "Laudato si". Non conta il Pil, la produzione di ricchezza va ridiscussa. Molto più importanti la sostenibilità ambientale, la difesa del territorio e soprattutto la felicità individuale e collettiva. Al bando la globalizzazione, le multinazionali, una visione commerciale e finanziaria delle relazioni e pieno recupero delle identità locali, dei prodotti, dei luoghi e delle culture di appartenenza. Sono anni che scriviamo di decrescita serena, provando ad applicare il metodo alla nostra Basilicata. Lo facciamo opponendoci ad una visione che mette il petrolio al centro dello sviluppo regionale. Una scelta che snatura il territorio e deforma, a nostro giudizio, le aspettative di futuro. Soprattutto una opzione che toglie alla Basilicata la sua capacità di introspezione. Una lettura chiara ed inequivocabile di quale sia la strada da intraprendere per un futuro che non sia di dipendenza da interessi economici tutti giocati dai poteri forti e dai potentati economici. Torniamo sull'argomento dopo aver letto le ultime dichiarazioni del Ministro Graziano Delrio sulla percorribilità della Bari - Matera. Come noto Delrio ha sostenuto un principio caro proprio a Mujica: "Perchè costruire una superstrada o una ferrovia per correre a duecento all'ora (cosa per altro vietata dal codice della strada), quando andando più piano si può godere del paesaggio". Si è scatenata, non senza ragioni, una ridda di polemiche. Ma non scriviamo per aggiungerci ad un banale elenco di veline politiche. In realtà Delrio ci offre la stura per almeno due considerazioni. La prima è che in un ottica regionalista più che proiettare Matera verso Bari, per la Basilicata è indispensabile mettere la città dei Sassi al centro di un progetto territoriale che riguardi i lucani e il loro territorio. Qualunque progetto infrastrutturale dovrebbe tenere presente questa opzione strategica. Ferrovia (prima verso Ferrandina), Areoporto (in Val Basento). La Bari - Matera dovrà completarsi. Ma per gli interessi della Basilicata e per la definitiva valorizzazione di Matera la città non può e non deve diventare un appendice della Puglia. Sarebbe un disastro! La seconda considerazione è sulle contraddizioni del governo Renzi rispetto alla Basilicata. Di fatto l'ex sindaco di Firenze è sfuggito, almeno per ora, ad un confronto serio sul petrolio. E' venuto a omaggiare Marchionne alla Fiat di Melfi per gonfiarsi il petto rispetto alla sua riforma del mercato del lavoro. Ci ha fatto capire che lui il petrolio lo vuole, anzi lo vuole tutto e subito! Non accetta negoziazioni. Poi un bel giorno arriva Derio e ci parla di decrescita serena, di quanto è bello il paesaggio e ci invita sostanzialmente a rinunciare alle infrastrutture strategiche. Naturalmente il conto non torna e il trucco è il solito. Cambiare il linguaggio a seconda del bisogno momentaneo. A Matera dire una cosa e a Roma farne un'altra. Quello che per ora manca è l'autorevolezza della Regione. Non giova l'identificazione del Pd con la Basilicata (il partito regione). Le elezioni di Potenza e Matera hanno dimostrato un cambio di direzione della pancia elettorale dei lucani. Serve però un progetto sufficientemente condiviso per guardare al futuro. Tocca, allora, non solo alla politica e ai partiti. E' cresciuta una società civile che chiede rappresentanza e che De Luca e De Ruggieri, aldilà delle alterne vicende amministrative, in qualche modo rappresentano. Lo riferisce in una nota Gianfranco Blasi, Dirigente nazionale Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale