"Ridiamo vita al Basento, chiediamo l’apertura del tratto potentino alla pesca"

POTENZA - Da troppo tempo oramai i pescatori di Basilicata aspettano che la Regione, il suo Presidente e gli Assessori competenti si ricordino che nel simbolo della regione ci sono i fiumi e non i pozzi di petrolio.

Come per il turismo invernale, così per la gestione, l’utilizzo, il monitoraggio, la tutela e il rilancio dei nostri meravigliosi corsi d’acqua, la Regione è totalmente ferma al palo e anche peggio.

Non tutti sanno che per un assurdo meccanismo, da diversi anni oramai, i soldi che i pescatori pagano per la licenza di pesca nelle acque interne sul conto corrente della Regione Basilicata, che dovrebbero poi essere versati in buona parte alle Province per fare i ripopolamenti di pesci nei fiumi, rimangono invece nelle casse della Regione e vengono spesi per chissà quali altri motivi.

Incredibile ma vero, sono anni che i soldi dei pescatori semplicemente scompaiono.

A niente sono valse le diverse interrogazioni del consigliere regionale Gianni Rosa agli uffici regionali.

A poco sono servite quelle del consigliere provinciale Donato Ramunno agli uffici provinciali.

Le conseguenze concrete di questa ennesima catastrofe tutta lucana sono che i fiumi, un tempo ricchi e accorsati da tutti i pescatori del sud Italia, sono praticamente distrutti.

Il numero delle licenze negli ultimi 4 anni è calato dell’80%.

Un indotto economico che portava migliaia di pescatori in negozi, ristoranti e alberghi della Regione è praticamente morto.

Il disastro chiaramente non nasce solo negli ultimi 4 anni. I meravigliosi fiumi della Basilicata infatti non sono praticamente mai stati considerati dalle classi dirigenti degli ultimi 50 anni una risorsa bensì una discarica.

Un esempio per tutti è rappresentato dal più bel fiume della Basilicata, il Basento, che scorre tra valli fiabesche e massi meravigliosi sotto le dolomiti lucane e che era il luogo di svago dei potentini degli anni 30. Popolato da pesci meravigliosi, animali migratori e ricco di piscine naturali che permettevano ai potentini di fare il bagno, dagli anni 80 è diventato solo una discarica abbandonata.

Ridotto ad una discarica e nascosto dall’incuria per anni, finalmente mostra tutta la sua meraviglia e le sue potenzialità nel tratto appena ripulito dall’ASI qualche mese fa sotto una delle più importanti opere architettoniche del mondo il ponte Musmeci.

Occorre che finalmente Pittella, l’Assessore regionale Luca Braia e tutti i Consiglieri regionali potentini si adoperino affinchè il fiume Basento nel tratto potentino venga riaperto alla pesca senza prelievo, tolto alla gestione ASI ed assegnato a qualche associazione tramite un bando e completamente bonificato.

Occorre che il Presidente della Provincia finalmente componga la commissione che può decretare la riapertura della pesca nel Basento superando l’assurdo divieto decennale che vieta la pesca solo nel tratto potentino.

Grazie ai finanziamenti europei finalmente un tratto importante del fiume diventerà parco, con un nuovo ponte e un punto ristoro, ma va impedito che venga abbandonato a se stesso e ai soliti vandali.

Per questo va riaperta la pesca per garantire la presenza di pescatori, di associazioni, di gare di pesca per adulti e per bambini.

Per questo personalmente ho richiesto a nome di diverse associazioni di pescatori che, nei lavori del parco fluviale, venga inserito un rallentatore che permetta la creazione di un campo di gara in città come quello realizzato a Perugia.

Una grande occasione assolutamente da non perdere per l’ennesima volta, per ridare alla città uno dei suoi luoghi naturali più belli che permetterebbe un immediato miglioramento della qualità della vita di tutti.

Ridiamo vita al Basento con l'apertura alla pesca del tratto potentino. Così in una nota Alessandro Galella, Capogruppo Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Città di Potenza.