Come noto, la base di partenza sarà il testo di Lacorazza che ha come cardini l’abolizione del listino, l’introduzione della doppia preferenza di genere, la possibilità del voto disgiunto e la sospensione temporanea e reversibile dalla carica di consigliere nel caso di nomina ad assessore di un eletto. A far da contraltare a questo testo, vi è la proposta filo-pittelliana che non prevede il voto disgiunto e contempla l’inserimento del premio di maggioranza per la coalizione che supera il 35% con l’ottenimento automatico di 12 seggi su 20. Le varie galassie della maggioranza fluida che ha governato se la giocano quindi tra questi opposti.
L’impressione è che nei prossimi giorni si assisterà all’ennesima rissa tra bande PD senza arrivare a nulla di concreto o, nel peggiore dei casi, si arriverà a partorire una legge a forte rischio di incostituzionalità.
Un primo segnale è arrivato ieri con Robortella che è stato mandato in avanscoperta dalla corrente pittelliana. Vincenzo da San Martino D’Agri, oltre a rilanciare la candidatura a governatore del “deus ex machina”, ha lodato l’attuale legge facendo trapelare l’intenzione di eliminare il listino tramite la modifica dello statuto regionale. Così in una nota congiunta Gianni Perrino e Gianni Leggieri, Movimento 5 Stelle Basilicata - Consiglio Regionale.