Laghezza: subito una grande alleanza di imprese per realizzare le infrastrutture


ROMA - Credo sia venuto il momento di dare una spallata. Il tema delle infrastrutture non può più essere il patrimonio negativo di ristretti Comitati. Le infrastrutture sono, per un paese di trasformazione industriale e di turismo, il futuro. Sono il lavoro per i nostri giovani, sono l’unica autentica ricetta per alimentare lo sviluppo.

Secondo il presidente degli spedizionieri di La Spezia e membro del direttivo di Fedespedi nonché in Giunta di Confetra, Alessandro Laghezza, si sono manifestati in questi giorni alcuni segnali inequivocabili, ultimo in ordine di tempo quello dei tre governatori delle Regioni di Nord Ovest che proprio sul “si” alle infrastrutture ipotizzano la costruzione di una maxi Regione leggera, ovvero libera dai lacci burocratici che caratterizzano la pubblica amministrazione e le istituzioni.

“A noi spedizionieri, che conosciamo, tracciamo e lavoriamo sulle rotte logistiche della merce, il tema dell’emergenza infrastrutture in Italia - afferma Alessandro Laghezza - è talmente evidente da rendere altrettanto evidente e necessaria la definizione di una terapia d’urto. Una cura che al di là dalle prese di posizione istituzionali, che pure segnano un cambiamento di rotta importantissimo rispetto al passato anche recente e a posizioni estreme di segno negativo, richiede un sostegno massiccio e solidale delle categorie imprenditoriali, produttive e logistiche”.

“A mio parere - prosegue il presidente degli spedizionieri - l’Italia che lavora deve abbandonare la tradizionale prudenza e manifestare un sostegno che si rivelerà ben più massiccio di quello degli storici Comitato del no e della decrescita felice, per sbloccare subito la realizzazione delle infrastrutture indispensabili per il Paese. Come? Dando vita a una grande alleanza trasversale che coinvolga associazioni imprenditoriali, aziende, ma anche il mondo del lavoro”.

“Alla fine del 1700 i seguaci di Ned Ludd - conclude Laghezza - distruggevano i telai industriali per contrastare l’arrivo delle macchine che avrebbero privato gli operai del loro lavoro. Oggi l’Italia non si può permettere il lusso di inseguire i nuovi luddisti anti-infrastrutture e privare il nostro Paese del futuro, quello che la fuga verso l’estero dei nostri migliori giovani sta dimostrando ogni giorno dell’anno”.