Successo oltre le previsioni per 'Mathera – l’ascolto dei sassi'


MATERA - L’ascolto dei sassi, il film diretto da Francesco Invernizzi dedicato alla Città Capitale della Cultura 2019 ha riscosso a Materaun successo oltre le previsioni e i cinema UCI e Il Piccolo hanno deciso di continuare le proiezioni – inizialmente previste per le giornate 21, 22 e 23 gennaio –anche nelle giornate di oggi venerdì 25, sabato 26 e domenica 27 gennaio.

Di seguito gli orari:

UCI CINEMAS da oggi 25 gennaio fino a domenica 27, con spettacolo serale alle ore 20.00

IL PICCOLO in programma da oggi 25 gennaio a domenica 27 gennaio, con spettacolo pomeridiano alle ore 17.00

“Sono onorato del risultato ottenuto dal film, e sono onorato che i Materani, cui aggiungo anche i turisti provenienti in questi giorni da tutto il mondo, abbiamo apprezzato il nostro impegno e compreso appieno il significato di questa pellicola. Un dono, un omaggio a una città che ci ha accolto a braccia aperte e si è raccontata col cuore. Un film in cui gli stessi Materani si sono offerti di farci da guida per apprezzare appieno il tesoro di cultura e ricchezza storico-popolare che anima il loro territorio, che merita di essere sempre più conosciuto e apprezzato in tutto il mondo”, dichiara Francesco Invernizzi regista e produttore del film.

Un film di Francesco Invernizzi 2018 – Italia
Durata: 90 min

SINOSSI

Il film racconta il riscatto e la rinascita di Matera, una delle tre città abitate più antiche del mondo. Dalle sue origini ad oggi, passando per i ricordi di quando venne definita “vergogna d’Italia” a causa delle condizioni di miseria e arretratezza in cui la sua gente viveva nei Sassi, fino al fiorire contemporaneo, le abitazioni ricavate nelle grotte sono la prova che anche le piccole comunità possono farcela. Oggi qualificata come una delle mete turistiche più desiderate di Italia, Matera è al centro di un territorio estremamente dinamico dove tradizione, scienza e tecnologia si intrecciano in un viaggio tra passato, presente e futuro dell’umanità. Mathera propone una riflessione sulle sue bellezze e potenzialità, cercando di trasmettere la storia del luogo più rappresentativo della vita contadina e delle tradizioni rurali in Italia, riconosciuto patrimonio Unesco anche per la sua eccezionalità.

NOTE DI REGIA

Cos’era e cosa sarà Matera? Lo intuiamo dai racconti dei nostri personaggi, che saranno un ponte tra la storia passata, presente e futura di questa città. I nostri protagonisti non saranno attori ma testimoni: ascolteremo chi ha deciso di recuperare una vecchia abitazione scavata nella roccia, chi rievoca il tempo in cui è stato sfrattato dalle grotte, chi ha riscoperto le antiche tradizioni e ha scelto di impegnarsi a trasmetterle e divulgarle, consapevole che in esse risiede lo slancio necessario a proiettare la città nel futuro.

Nel più puro dei filoni documentaristici, quello delle city symphonies legato a nomi come quelli di Jean Vigo (A propos de Niece, 1930) e Ruttmann (Berlin: Symphony of a great city, 1927), Mathera è un’ode alla città, ai suoi volti, suoni, scorci, profumi. Non esiste una sceneggiatura predeterminata nei dialoghi, che sono stati invece selezionati alla fine delle riprese alla luce di quanto emerso dai personaggi coinvolti, liberi di esprimersi nei loro luoghi, in quel dato momento, improvvisando i nostri incontri il più possibile così da avere situazioni originali e il più possibile ‘estemporanei’.

La Matera di ieri e di oggi emerge dai loro racconti, da spettacolari riprese, anche aeree, che ne delineano il suo volto più attuale e da immagini di repertorio che ci mostrano le sue radici.

La 629esima edizione della Festa della Bruna – festa dedicata alla Madonna della Bruna, protettrice della città – è il collante fra le loro storie, il loro casuale incrociarsi, i momenti che scandiscono la loro giornata. Per questa grande occasione ogni materano emigrato torna a casa, ogni abitante della città scende in piazza e nelle sue vie brulicanti di vita e voci festose, per venerare, in processione, il tradizionale carro con la Madonna della Bruna. In questa celebrazione, secondo un rito arcaico e affascinante, il sacro si mescola al profano, la fede all’istinto e alle primordiali inclinazioni dell’uomo: al termine del suo giro, il carro rituale viene distrutto in uno spettacolare assalto, le sue decorazioni stracciate, spesso a morsi, mettendo in scena un vero e proprio sacrificio del capro espiatorio. È uno spettacolo unico, straziante e galvanizzante allo stesso tempo, assolutamente imperdibile.

Il nostro sguardo lo riscostruisce seguendo il montare delle emozioni dei materani, dal mattino della festa al pomeriggio che corre verso la sera: i rumori della processione – i passi, le grida, i botti, il muoversi del carro sul ciottolato, il brusio della gente, gli applausi – diventano il tappeto sonoro del film, una sorta di sipario di passaggio tra una scena e l’altra di questa giornata così straordinaria.

Sullo sfondo i sassi, la polvere, la terra arsa: esaltiamo la bellezza paesaggistica e territoriale della città, entrando nel suo spirito, nei suoi vicoli, nella cornice di quei Sassi che ora ospitano botteghe o esercizi commerciali. Immagini fluide e aeree avvolgeranno e aiuteranno lo spettatore ad immergersi nell’atmosfera della città e a vivere un’esperienza estremamente empatica con i nostri personaggi. La fotografia tende ad esaltare il segno del tempo: la polvere che si accumula per le strade, quella limata direttamente dalla roccia da un muratore che la lavora, i segni scavati o dipinti sulle pietre, e le rughe di chi ci racconta un passato che sembra lontano e che ora rivive grazie a chi ha deciso di rivalutarne e tramandarne l’eredità.

Il nostro viaggio termina al calar della notte quando la gente inizia a muoversi solitaria tra le vie per andare a prendere il proprio posto nella calca, prima del tradizionale “strazzo”, momento culminante di Mathera: la distruzione del carro della Madonna della Bruna, preludio e presagio di un nuovo ciclo di vita per la città e per i suoi abitanti.

IL FILM

Il fascino di Matera è quello della materia ancestrale: il tufo bianco delle facciate delle case nasconde l’entrata di stanze scavate nella roccia e abitate sin dalla preistoria, che fanno di Matera una delle tre città più antiche del mondo. La definizione ad 8K e l’elaborazione di immagini d’epoca inedite, indagano l’epoca dei monasteri, il momento del degrado che subì al pari di Roma, il progresso dell’acqua corrente che conobbe prima di Parigi e Firenze. Nonostante il passato ricchissimo, Matera non è piegata su se stessa ma vive un momento di pieno fermento: si parla di recupero architettonico e di rilancio economico e culturale, di rete 5G e di nuove frontiere per il turismo consapevole. È questa dicotomia a renderla unica e curiosa.

La sua è una storia di un rinascimento. O meglio, di una resurrezione. Quelle abitazioni nella grotta, talvolta senza finestre, stanze buie e umide in cui uomini e animali condividevano lo spazio vitale, sono state svuotate a forza nel 1952, quando lo Stato Italiano ha deciso di scacciare e trasferire, in quartieri nuovi, gli abitanti dei Sassi, che vivevano in condizioni di povertà e malasanità estrema, quasi da terzo mondo, emblema dell’arretratezza incredibile del meridione. Sono stati proprio quegli antri primordiali e disabitati a diventare chiave di volta della redenzione della città: nel corso degli anni, i discendenti dei loro abitanti sono tornati a riabitarli con caparbietà, chi per necessità, chi per il desiderio di riscattare le proprie origini. Gli edifici dei Sassi, così, sono diventati seconde case, laboratori, negozi, alberghi di lusso in cui si può rivivere l’atmosfera dei tempi passati.

Da “vergogna d’Italia” – come la definirono Togliatti e De Gasperi – ora Matera è Patrimonio UNESCO dell’Umanità. È diventata meta prediletta del turismo culturale, un luogo di cortocircuiti creativi che richiama visitatori da tutto il mondo, e che è stato designato Capitale della Cultura Europea 2019.

Matera è una città viva e forte, che ha saputo reinventarsi e proiettarsi al futuro. Il nostro film ne racconta il percorso, in una narrazione corale che passa dai volti e dalle parole dei suoi abitanti. Nelle loro testimonianze leggeremo l’eredità di una civiltà contadina che è tornata a reclamare attenzione affinché i suoi valori possano essere tramandati e diventare il cardine dell’economia e della rinascita del territorio.

I PROTAGONISTI

Il sindaco

Il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, ama profondamente la sua città. La conosce in ogni anfratto, e sin da giovane si è speso instancabilmente per valorizzarla. Il suo obbiettivo, infatti, è sempre stato quello di contribuire al suo riscatto attraverso politiche culturali ed economiche che ne hanno fatto brillare il potenziale.

Con entusiasmo, Raffaello ci racconta la storia della rinascita di Matera, di cui è stato ed è ancora protagonista, regalandoci, tra le altre cose, l’aneddoto della scoperta della Cripta del Peccato Originale, che in molti chiamano “la Cappella Sistina dell’arte rupestre”.

L’arcivescovo

Monsignor Antonio Caiazzo è l’arcivescovo di Matera-Irsina. È una figura cardine, conosciuta e amata da tutti. Custode della tradizione ma anche pastore di anime, è un uomo di grande apertura mentale, estremamente colto, che ama elargire piccole perle di cultura locale e insegnamenti sacri.

L’architetto

Mattia Antonio Acito non è nato nei Sassi: ci sono nati e cresciuti i suoi genitori, che li hanno sempre considerati un posto da cui fuggire. Già dagli studi a Firenze, racconta, egli ne ha fatto materia d’esame e se n’è innamorato, fino a scegliere di abitarci per dimostrare che i Sassi non erano un’onta bensì un qualcosa di unico, quindi da valorizzare. Così, negli anni novanta ha affiancato Renzo Piano nel loro restauro e recupero.

L’esperto Unesco

Intellettuale, architetto, esperto Unesco per le zone aride, la civiltà islamica e gli ecosistemi in pericolo, Pietro Laureano è colui che ha permesso l’iscrizione dei Sassi di Matera e del Parco della Murgia nella lista del World Heritage Unesco. Laureano, con trasporto e zelo, ci accoglie nel suo studio e ci spiega la storia di Matera in tutte le sue tappe fino al futuro della città e a come l’esempio di Matera può essere un motore per alcune zone del mondo.

Gli anziani dei Sassi

Sisina e suo fratello Giuseppe sono nati nei Sassi, da cui sono stati evacuati per trasferirsi nelle nuove case che lo Stato ha imposto loro. Da quando abitano nel Piano, dicono, riconoscono che le loro vite sono cambiate in meglio e non tornerebbero più indietro. Ci raccontano come fosse faticosa la giornata, dalla sveglia prestissimo per lavorare nei campi o organizzare le risorse di casa, divise tra uomini e animali, che vivevano sotto lo stesso tetto. Qualche rimpianto? Sì, il vicinato e la sensazione di far parte di una grande famiglia.

Il panettiere

Come ogni giorno, Massimo Cifarelli, panettiere, è uno dei primi ad alzarsi. Lavora l’impasto del suo pane con impegno e gesti sicuri, pieni di passione e esperienza. Il tipico pane a tre punte che sforna, racchiude un significato di profonda devozione: simboleggia infatti la Trinità. È esattamente come quello che producevano suo padre, il padre di suo padre, e i loro predecessori. Mentre Massimo e un suo aiutante impastano e infornano, tornano con la memoria ai racconti dei loro nonni, fornai a loro volta.

I muratori

Pasquale Di Lena e il suo collega e amico Eustachio Grieco sono due muratori locali che hanno partecipato al recupero di numerosissimi edifici nei Sassi. Il tufo, la roccia calcarenitica in cui sono ricavate queste abitazioni, spiega Pasquale, va lavorato con precisione secondo una scienza precisa, tramandata di generazione in generazione.

La guida turistica

Antonio Manicone è nato e cresciuto a Matera. Di professione è guida turistica e attraversa la città accompagnando ogni giorno una nuova fila di persone curiose. Il suo volto si illumina, mentre racconta la storia di quei luoghi e della sua amata Matera e mentre constata, con ironia mista a orgoglio, quanto nei Sassi, ora, ci siano vita, cultura, turismo e speranza per il futuro della città e dei suoi abitanti.

Gli attori

Antonio Montemurro è un grande nome del teatro materano. Con la sua compagnia “Talia Teatro” racconta Matera ai locali e ai turisti, in un suggestivo e caratteristico spazio teatrale ricavato nelle viscere del Sasso Barisano. Con vocazione e ardore ci accompagna alla scoperta dell’opera “Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi, regalandoci un’accorata interpretazione. Ad accompagnarlo Patrizia Minardi, talentuosa attrice che ci descrive lo stupore e lo sconcerto della scoperta di una Matera che si è cercato di nascondere per disprezzo della povertà.

Il cartapestaio

Raffaele e sua sorella sono la quarta generazione di Pentasuglia a preparare il carro della Festa della Bruna. Quest’anno il testimone è passato nelle loro mani. Raffaele ci parla della genesi del loro carro, delle figure che ha plasmato per decorarlo, di come si sentano emozionati ma anche sotto pressione, perché nel loro lavoro si dovrà rispecchiare la città intera.

Il Cavaliere della Bruna

Angelo Raffaele Ruggieri è un Cavaliere della Bruna. Sono i più ammirati dalla folla durante la festa: ogni volta che passano sono sguardi e applausi. Il loro è un compito svolto con devozione e fierezza, mentre accompagnano e, idealmente, proteggono il carro su cui svetta la statua della Madonna della Bruna.