POTENZA - “Contestare e scioperare resta a nostro avviso un principio e un diritto sancito dalla Costituzione Italiana il quale non può essere messo in discussione. Tuttavia farlo nel momento in cui nonostante le difficoltà che attanagliano l’intero settore dell’automotive, si presenta l’opportunità di abbattere sensibilmente la percentuale della cassa integrazione, in quanto garantirebbe un maggior numero di giornate lavorative mensili a tutte le maestranze del sito di Fca di Pomigliano, ci sembra quantomeno rischioso”.
È quanto dichiara il segretario regionale dell’Ugl metalmeccanici Campania, Luigi Marino all’indomani dello sciopero che, non solo ha visto coinvolti un elevato numero dei lavoratori del ‘reparto Presse’ ma, determinerà un fermo lavorativo di alcuni reparti causa mancanza di particolari forniti dallo stampaggio, per domani lunedì 4 marzo. Ci piace rammentare che nel 2010, fu siglato un accordo con i vertici aziendali affinché si mirasse a riportare in Italia la produzione della Panda nello stabilimento campano e a saturare gli organici dello stesso. Nonostante mille difficoltà – prosegue Marino -, per l’Ugl quella sfida è stata parzialmente vinta. A gran forza abbiamo richiesto ai vertici aziendali una nuova missione produttiva perché consentisse il rientro in fabbrica di tutti. Dalle ultime dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fca, Mike Manley, abbiamo appreso che i nostri sforzi non sono stati vani. La nuova missione produttiva dello stabilimento di Pomigliano prevede il ritorno, dopo 8 anni, di un modello Alfa Romeo, con l’assegnazione di un mini Suv oltre alla versione ibrida della Panda. Siamo certi - conclude il segretario Ugl -, che la maggioranza dei lavoratori non ha mai smesso di stare dalla nostra parte; abbiamo creduto fin da subito nella bontà del progetto il quale oggi, richiede ulteriori sforzi: unitamente ad ulteriori investimenti da parte del gruppo, consentiranno il raggiungimento degli obbiettivi prefissati”.