SSCANZANO JONICO (MT) - “Una carità che vuole esprimere, plasmare e veicolare una buona cultura lo può fare solo se produce cambiamento. Nella consapevolezza che, oggi più di ieri, la cultura, le culture, sono mutevoli, porose, permeabili, cambiano dinamicamente e velocemente, in Italia e in Europa, all’interno di un contesto globale che le condiziona e le trasforma in continuazione. Ecco che anche la nostra carità non può che essere dinamica, innovativa, attenta ai cambiamenti culturali, ai nuovi fenomeni”. Così don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, a conclusione del 41° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, ha delineato alcune piste di lavoro comune, sottolineando tra l’altro “il rischio di una cultura della carità che si riduca unicamente ad esercitazione accademica”, tanto più evidente là dove la Parola di Dio, “il Vangelo di Gesù Cristo non riesce a tradursi in vita concreta nelle relazioni quotidiane” e “nella misura in cui non avviene la tessitura o il semplice collegamento tra fede e vita, il Vangelo non riesce neanche ad assumere le caratteristiche di cultura accademica; esso finisce per diventare come quella semente caduta sui sassi, di cui nella parabola evangelica”. Da qui l’esigenza invece di una carità “interna, concreta, politica, ecologica, europea, educativa”.
“Tutto questo – ha aggiunto don Soddu - per noi oggi potrebbe quasi tradursi in un una sorta di mandato ad essere artisti di carità, attingendo dalla cultura cristiana del servizio, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società”. Infine il direttore ha sintetizzato gli spunti emersi dai sette tavoli di confronto, definiti simbolicamente “sassi di carità” con cui cercare di costruire concretamente delle piste operative. La mattinata era stata aperta dalla tavola rotonda “Carità è cultura”, coordinata da Paolo Lambruschi, inviato di Avvenire, con la partecipazione di Marco Damilano, Direttore de l’Espresso, Gian Franco Svidercoschi, Giornalista e scrittore, Marco Tarquinio, Direttore di Avvenire, Ansou Cisse, un giovane senegalese. Damilano ha dato spunti su se e come la cultura della carità può incidere anche in contesti laici e in particolare in un mondo della politica sempre più mediatizzato; Svidercoschi su se e come la cultura della carità può aiutare a superare i venti contrari e gli “inverni culturali” che sembrano caratterizzare la nostra epoca, spesso anche in ambito ecclesiale;Tarquinio se e come la Chiesa e in essa le Caritas possono promuovere una carità in grado di avere anche una rilevanza culturale e mediatica; Cisse ha parlato della sua esperienza di migrante e del suo percorso esemplare di integrazione.