Petrolio: "Passati dalle dichiarazioni di guerra della settimana scorsa allo sterile tuttappostismo di Bardi"


POTENZA - Credevamo che la discussione di ieri sul petrolio dovesse rappresentare una sorta di svolta nei rapporti tra regione Basilicata e compagnie petrolifere. La scorsa settimana abbiamo assistito ai fuochi di artificio della maggioranza con una conferenza stampa in pompa magna caratterizzata da paroloni e strali nei confronti di ENI e la denuncia di una presunta rottura nella trattativa sul rinnovo della concessione decennale. L’Assessore Rosa, forse preso dalla troppa foga, ha dovuto scusarsi per le parole troppo dure nei confronti del cane a sei zampe, subendo l’ammonizione anche da parte del commissario padano, che non conosce la nostra regione, considerata evidentemente solo una colonia da sfruttare.

Ieri, niente di tutto ciò: il presidente Bardi ha sterilizzato le posizioni che l’assessore Rosa aveva assunto. Bardi ha proposto la sua visione di “tuttappostismo”, una visione fatta di milioni di euro e progetti futuri che non hanno nessun valore concreto nell’immediato. Ci aspettavamo una discussione sul contenuto della mozione da noi presentata nei giorni scorsi per bloccare il COVA per 90 giorni, ma sono arrivati solo generici riferimenti da parte di Coviello su una sentenza della Corte Costituzionale che permetterebbe a ENI di estrarre in proroga grazie all’ormai famosa norma del governo Monti.

L’unico dato di fatto reale è che ieri, per l’ennesima volta, si è sancita la subalternità della nostra regione ai voleri e ai poteri dell’ENI. Una regione sotto lo schiaffo e il ricatto di un’azienda (controllata per il 30% dal Governo Italiano), che negli anni ha beffato, svilito e massacrato il territorio italiano e lucano in particolare. Un’azienda sotto processo per disastro ambientale che tarda a consegnare finanche il piano di caratterizzazione prodromico alle operazioni di bonifica a seguito dello sversamento di cui si è venuti a conoscenza nel febbraio 2017, mentre infesta i cieli della Val D’Agri con la fragranza caratteristica delle uova marce. Un’azienda che ha completamente disatteso gli obiettivi alla base degli accordi sottoscritti nel 1998, senza portare nessun beneficio al tessuto socio-economico del territorio. Siamo tra le regioni più povere dello stivale e tra le meno dotate di infrastrutture.

Ancora nessun riferimento a un non piú rimandabile avvio di un serio processo di exit strategy dal fossile che addirittura lo stesso Descalzi ha beffardamente annunciato nel corso di un recente dibattito.

Prendiamo atto del tuttappostismo di Bardi e company, così come prendiamo atto della volontà di questo governo regionale di legarsi mani e piedi ad uno sviluppo non più sostenibile e senza alcuna visione di futuro.

In ogni caso, anche se si è evitato di discutere la nostra mozione, attendiamo un chiarimento sui punti da noi esposti nel documento. Così in una nota congiunta Gianni Leggieri, Gianni Perrino e Gino Giorgetti, M5S Basilicata - Consiglio regionale.