A dare il benvenuto ai presenti, nell’incontro moderato dallo scrittore lucano Andrea Di Consoli, è stata la responsabile Archivi e Biblioteche Letterarie Contemporanee della BNC, Eleonora Cardinale, spiegando che la Biblioteca accoglie le opere grafiche di Leonardo Sinisgalli realizzate per le riviste “Civiltà delle Macchine” e “La botte e il violino”, donate dalla nipote di Sinisgalli, Carmela, ma anche una spazio dedicato al poeta ingegnere all’interno della mostra su Leonardo Da Vinci e il suo rapporto con gli scrittori del ‘900. Giampaolo D’Andrea, consigliere del Ministro dei Beni Culturali e Assessore alla cultura di Matera, nel suo saluto, ha sottolineato l’attenzione e l’impegno del Ministero nella tutela dell’attività di Sinisgalli, ricordando inoltre che Matera, nel suo anno da Capitale Europea della Cultura, ha ospitato la presentazione del secondo numero della nuova “Civiltà delle macchine”, la rivista fondata e diretta da Sinisgalli, riportata in vita grazie alla Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine. La rilevanza culturale della ripubblicazione delle opere di Sinisgalli, anche in relazione alla grande risposta del pubblico attratto da questo autore così moderno, è stata invece evidenziata da Elisabetta Risari, editor di Mondadori; un motivo di grande orgoglio per la casa editrice milanese che ha rinsaldato il rapporto con uno dei suoi autori storici, decidendo di inserirne le opere all’interno della collana degli Oscar, perché possano restare nel tempo nel suo catalogo.
Gli studiosi sinisgalliani Clelia Martignoni e Luca Stefanelli dell’Università di Pavia, hanno poi approfondito le caratteristiche del volume dei “Racconti”, che mette insieme le raccolte Belliboschi (1948), Fiori pari, fiori dispari (1945) e Un disegno di Scipione e altri racconti (1975), evidenziando lo scivolamento dalla prosa alla poesia che li contraddistingue, in una serrata dialettica fra continuità e discontinuità, apollineo e dionisiaco, realismo e trasfigurazione onirica. Un conflitto – è stato evidenziato – che si origina dal sofferto distacco di Sinisgalli dalla sua terra natia, dai legami familiari, primariamente quello con la madre, che sono stati fonte di ispirazione della sua intera opera. “Prose di memoria e di invenzione”, riprendendo la definizione data dallo stesso Sinisgalli nell’avviso ai lettori, come ha spiegato il curatore del volume Silvio Ramat dell’Università di Pavia, che nella sua pregevole introduzione, ci guida nel percorso autobiografico e letterario dell’autore. Il racconto più celebre di Sinisgalli e più amato dai suoi conterranei, intitolato “I lucani”, che descrive l’indole di questo popolo, non esibizionista, amante del vivere nell’ombra ma “perseguitato dal demone dell’insoddisfazione”, è stato scelto per la lettura da parte dell’attore Joe Capalbo, anche lui originario della Basilicata.
Il fascino dell’opera sinisgalliana, apprezzato in tutto il mondo, ha attirato anche il poeta, saggista e traduttore romeno Dinu Flamand, che di Sinisgalli è diventato profondo studioso. Per l’occasione, Flamand ha declamato una sua poesia dedicata a Sinisgalli, ricca di analogie fra i rispettivi mondi e i giochi d’infanzia, consegnando poi al Presidente della Fondazione alcune lettere manoscritte di Vincenzo Sinisgalli destinate al fratello Leonardo, di proprietà dell’erede testamentaria Ana Maria Lutescu. A lei è stato rivolto il ringraziamento per aver reso possibile la ripubblicazione delle opere. Questo nuovo e speciale legame con la Romania è stato rafforzato anche dalla presenza dell’Ambasciatore romeno presso la Santa Sede, Petru Zapirtan, e della docente di letteratura italiana all’Università di Bucarest, Oana Mallin, che ha parlato del ponte fra i poeti matematici italiani e romeni, auspicando di poter leggere al più presto la traduzione in lingua rumena dell’opera di Sinisgalli.