Che la si chiami fattura proforma, avviso di parcella o avviso di fattura, non cambia la sostanza. Si fa sempre riferimento a quello che non è esattamente un documento fiscale vero e proprio, ma una sorta di sollecito di pagamento da parte del professionista - o di altro soggetto - nei confronti di un terzo.
Come ripreso dall'articolo del blog di Danea, la fattura proforma nasce per aiutare il professionista, in quanto non è sempre detto che all'emissione della fattura corrisponda, nell'immediato, il pagamento da parte del cliente. E, pur non avendo ricevuto il pagamento, il professionista è comunque tenuto a corrispondere l'IVA e le altre imposte allo Stato, così come a far fronte a tutti gli obblighi e alle azioni fiscali come l'invio al commercialista della fattura e la successiva comunicazione all'Agenzia delle Entrate.
Con un avviso di parcella si scongiura questo “peso” per il professionista, in quanto non avendo emesso una fattura ordinaria non è soggetto ad obblighi e comunicazioni, proprio perché il documento non ha valore fiscale.
Ci sono vantaggi notevoli nell'impiegare la fattura pro forma, ma cosa cambia con l'avvento della digitalizzazione anche fra privati? In sostanza, niente. O meglio, si potrà comunque inviarla anche in modo digitale direttamente all'interessato. Poi, una volta ricevuto il pagamento, si potrà generare la fattura ordinaria usando gli stessi dati oppure modificandoli, a seconda delle necessità.
Anche se non si tratta di un vero e proprio documento fiscale e dunque non soggetto all'obbligo di gestione per via telematica, grazie ai software per la fatturazione elettronica questo processo viene reso più rapido e rigoroso, in quanto sono già presenti i modelli del pro forma e non resta che compilarli ed inviarli.