I detenuti di Matera combattono il coronavirus

MATERA - "Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere” (Luca 21,1-4)

I detenuti della Casa Circondariale di Matera hanno donato alla Caritas Diocesana di Matera, perchè possa distribuirne a chi ne ha bisogno, come la vedova nel tempio, non il loro superfluo, ma il loro tutto.

Insieme ai prodotti hanno inviato anche una lettera dalla quale si evincono la loro vicinanza e solidarietà nei confronti di quanti versano in una condizione di fragilità e in generale per le sorti del Paese.

La direttrice della Caritas Diocesana di Matera-Irsina, Prof.ssa Anna Maria Cammisa, nel ringraziamento che ha fatto pervenire a fra Gianparide, cappellano del carcere, ha invitato a meditare "da quanta umanità siamo circondati, quanta sensibilità nei cuori di chi consideriamo “scarto” della società, mentre sono persone che hanno cuore, anima, intelligenza. Colpevoli di reati, è vero, ma pur sempre “fratelli”.

Queste sono le situazioni per le quali noi, come Caritas, amiamo affermiamo che la "bellezza della solidarietà lenisce le ferite", oltre il riscatto, oltre gli errori commessi.