Perretti (Crpo): Documento del Forum delle Donne Lucane

 

Le istanze ed esigenze emerse dal confronto tra gli organismi di parità regionali sono state sintetizzate in proposte e sollecitazioni raccolte in un documento condiviso che è stato presentato simbolicamente oggi, 8 marzo, al Governo regionale

Lo scorso 25 febbraio, ai sensi dell’art.2 lett. h legge n. 27 del 26/11/1991, relativo alle funzioni della Crpo, si è riunita la rete permanente degli organismi di parità regionali, i Cug, le associazioni di donne, le coordinatrici delle politiche femminili di organizzazioni datoriali e sindacali e dei partiti, per la realizzazione dell’empowerment femminile ed il contrasto ai divari di genere sul nostro territorio regionale. Fare rete ci permette di contare di più e dare maggiore credibilità alle nostre richieste.

Le istanze ed esigenze emerse dal confronto sono state sintetizzate in proposte e sollecitazioni raccolte in un documento condiviso che è stato presentato simbolicamente oggi, 8 marzo, al Governo regionale, nostro principale interlocutore, e si fonda sul presupposto che le donne rappresentino una parte importante del capitale umano della nostra regione, e che, quindi, la loro valorizzazione e crescita occupazionale diventi decisiva per lo sviluppo socioeconomico della Basilicata. Infatti, l’occupazione femminile genera ricchezza, riduce sensibilmente il rischio povertà ed è direttamente proporzionale all’incremento della natalità, particolarmente importante in una regione con una popolazione molto anziana ed un preoccupante fenomeno di spopolamento.

Si tratta di un documento aperto, pronto ad accogliere ulteriori istanze e nuove adesioni, così come il lavoro del Forum sarà un “work in progress”, con monitoraggio e verifiche periodiche dei risultati ottenuti.

Il focus è posto su quattro grandi tematiche: lavoro e formazione, welfare e conciliazione, salute e medicina di genere, violenza contro le donne, con richieste di interventi specifici per ognuna di esse.

Il lavoro delle donne non è un problema di un solo genere, ma è una questione sociale che investe tutto il Paese ed accresce il divario tra Nord e Sud. Occorre programmare una ripresa basata sull’inclusione e la piena ed equa partecipazione delle donne all’economia regionale

Le disuguaglianze di genere possono essere superate solo operando simultaneamente su istruzione, formazione, legislazione, strategie aziendali, servizi sociali e tutti gli altri aspetti che le generano. L’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite dedica il 5° obiettivo all’eliminazione delle disuguaglianze di genere, ma sottolinea la sua trasversalità a tutti gli altri obiettivi. Occorre, dunque, applicare quest’ottica di Gender Mainstreaming nell’elaborazione della proposta del Piano Strategico Regionale, perché si tratta di una strategia risolutiva che porterebbe a una reale parità in ogni ambito, con cambiamenti e scelte politiche drastiche.

Ogni progetto ed ogni provvedimento importante devono indicare con chiarezza l’impatto di genere dell’investimento, ed una struttura adeguatamente formata deve occuparsi della valutazione ex ante ed ex post.

Il momento dal punto di vista sia storico-politico, che economico-sociale è molto particolare, contraddistinto da una drammatica emergenza, ma al contempo ricco delle opportunità offerte dalla ripartenza, che occorre saper cogliere.