Agroalimentare, Braia: pdl di Italia Viva

POTENZA - “Istituire il Registro regionale dei Comuni che già possiedono prodotti con denominazione comunale di origine e quelli che li istituiranno nel futuro. È tempo di ritornare ad avere politiche regionali che si prendano cura delle nostre tradizioni”

“Un registro regionale che accolga e organizzi il variegato mondo delle De.Co. comunali in Basilicata, di cui ad oggi non esiste elenco unico, per promuovere il valore di tutti i territori. È tempo di ritornare ad avere politiche regionali che si prendano cura delle nostre tradizioni e dei nostri saperi, per valorizzare al massimo il cibo, la terra, e, quindi, l’identità della cultura lucana. Per contribuire attivamente alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio locale partendo dall’agroalimentare, attraverso la nostra proposta di legge, la Regione Basilicata dovrà istituire il Registro Regionale dei Comuni che già possiedono prodotti con denominazione comunale di origine e quelli che li istituiranno nel futuro. Prodotti che, come è noto, si aggiungono a quelli che possiedono riconoscimento IGP e DOP e ai PAT, nella valorizzazione delle eccellenze, rinsaldando il legame identitario tra i lucani e i luoghi di origine oltre che completare l’esperienza anche turistica”. Così il capogruppo di Italia Viva, Luca Braia.

“Un Comune – spiega Braia  - già può adottare, con propria delibera, una Denominazione Comunale (De.Co.) per un prodotto, un piatto, un sapere, con i quali una comunità si identifica e utilizzare tale denominazione come strumento di salvaguardia e promozione delle proprie produzioni agroalimentari, perché strettamente legate alle specificità culturali e storiche del territorio.  Il Registro regionale De.Co. costituirà una base informativa pubblica e divulgabile, identificata da un apposito logo distintivo.”

“Con la proposta di legge che, come Gruppo Italia Viva insieme a Mario Polese, abbiamo presentato ispirandoci ad analoghe iniziative già promosse da altre Regioni italiane con discreto successo in termini di ricadute (Liguria, Campania ecc.) - prosegue Braia - si intende istituire il Registro Regionale dei comuni con prodotti De.Co., all'interno del quale vengono iscritti i Comuni e i relativi prodotti che abbiano ottenuto o otterranno la denominazione, nonché le aziende e tutte le forme associative, comitati, consorzi che effettuano le produzioni tradizionali. Un registro che sarà detenuto dal dipartimento Politiche Agricole e Forestali e gestito in coordinamento con l’ufficio Sistemi Culturali e Turistici - Cooperazione Internazionale della Presidenza della Giunta regionale, l’A.L.S.I.A. e A.P.T.  reso pubblico per sostenere la valorizzazione e la promozione dei prodotti De.Co. attraverso gli strumenti di divulgazione già presenti negli uffici, anche su piattaforma digitale, mediante adeguata programmazione annuale.Gli obiettivi di rilancio e valorizzazione legati alle produzioni locali agroalimentari, enogastronomiche e alle specificità produttive, sono un patrimonio culturale inestimabile per la Basilicata. Le De.Co., infatti, attivano processi di sviluppo territoriale, anche ecosostenibili, che portano benefici alla collettività, per le aziende locali, i cittadini e l’intero territorio di riferimento e, soprattutto, indotto negli altri comparti produttivi (turistico-culturale, artigianato, commercio). Nutrire meglio ogni cittadino e ogni cittadina, partendo dai prodotti del territorio. Impegno che, con la Dichiarazione di Matera, anche la Basilicata ha preso: azioni sostenibili con cui raggiungere l’obiettivo ‘Fame zero’ entro il 2030.Grazie al G20 tenutosi a Matera il 29 giugno 2021, in occasione della conferenza Food For Earth, organizzata da Future Food institute e FAO in collaborazione con World Food Forum e Stati generali delle donne, è emerso come i paesi Europei e quelli del G20 debbano giocare un ruolo cruciale nella promozione di sistemi agroalimentari più sostenibili, per non lasciare nessuno indietro e per promuovere la crescita anche locale di alimentazione e agricoltura2. 

“E’ proprio attraverso il cibo locale - conclude Braia - che le amministrazioni comunali e territoriali hanno e avranno sempre di più la possibilità di salvaguardare il patrimonio culturale delle comunità con il sostegno a tutte quelle azioni, che si fondano sui valori identitari e sulla conservazione della memoria delle tradizioni; curando e tramandando alle future generazioni  la produzione, la cura e la preparazione. Questo il senso ultimo della proposta di legge di Italia Viva.”