La band in questo album supporta e duetta lungo i 7 brani del disco con un autentico gigante del sax moderno: Bob Franceschini. Il connubio tra, l’attitudine che spazia dal Jazz al Rock Progressivo per passare alla Fusion della band con gli interventi di Franceschini, è un mix assolutamente ricco di inventiva e freschezza artistica.
Il mix sonoro passa da formazioni come i Weather Report alla Chick Corea Band nei passaggi più Fusion come il pezzo Bassotti Band, dove gli obbligati e passaggi all’unisono del favoloso Sax di Franceschini con le testiere di Parisi e le chitarre di Albarella formano una struttura musicale cantabile e di grande dinamicità. Segue un pezzo come Psico dove la chitarra overdrive di Albarella sorregge il discorso musicale che spazia dalla rock-fusion al progressive, interventi quasi in libera improvvisazione del Sax e delle Tastiere alla Soft Machine e Hatfield and the North.
Segue Framar dove un basso fluido nei fraseggi ad accompagnamento lascia libertà sonora e visiva alle testiere di Parisi, con un sound Jazz-Fusion a là Keith Jarrett, bellissimo l’intervento di Franceschini che a metà del brano arriva con fraseggi carichi di pathos e tanto soul…il sax canta letteralmente.
Segue Taken Blues…dove si torna in ambiti Rock-Fusion con richiami a progetti che mischiano le carte in tavola e portano l’attenzione dell’ascoltatore su ritmi quasi funk per arrivare al pregevole solo di Albarella (che con un suono davvero bellissimo rock-fusion) fraseggia sulle figure ritmiche di Loconsole e Sangiorgio. L’intervento di Franceschini come su tutto l’album apre in senso melodico il brano e suggella uno dei brani più interessanti del disco.
Spicca in chiusura Lp One brano di piena dinamicità musicale dove i South Vertigo e Franceschini dialogano con bellissimi interventi solisti tra i singoli membri del gruppo…diversi “botta e risposta” tra gli elementi che portano il brano a sottolineare la caratura tecnica dei musicisti e la propensione per il libero fluire delle idee, delle improvvisazioni e dei fraseggi.
Nonostante siano passati 16 anni dall’uscita di Zero Center, il disco suona ancora oggi fresco e dinamico, ricco di passaggi interessanti e di idee ricche di estro creativo. L’apporto di Franceschini è un valore aggiunto di altissimo livello che porta questa uscita italiana tra quelle da non dimenticare assolutamente, incarnando un’eccellenza assoluta della musica rock-fusion italiana.