POTENZA - La relazione della Direzione investigativa antimafia al Parlamento ai apre con la constatazione che, “accanto alla cosiddetta ‘mafia lucana’ continuano ad interessarsi agli ‘affari’ della Regione le organizzazioni malavitose campane, pugliesi e calabresi favorite dalla prossimità geografica, nonché da una conclamata tolleranza da parte delle consorterie criminali locali spesso sostenute nelle propria crescita delinquenziale proprio da tali forme di collaborazione”.
Naturalmente, il traffico della droga è “l’attività delinquenziale privilegiata” che si svolge in Basilicata: tuttavia, in provincia di Potenza, i clan hanno la “caratteristica” di “mimetizzarsi nel contesto economico, di svolgere attività lecite”.In una nota della relazione si fa riferimento anche a “diverse lettere minatorie” ricevute da un magistrato, a Pisticci (Matera): le lettere sono state inviate da un uomo già noto per reati contro il patrimonio, in materia di stupefacenti e per porto di armi e oggetti atti a offendere.
La relazione della Dia – che ha aperto una sezione a Potenza il 7 marzo scorso, alla presenza del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – spiega anche che la criminalità straniera in Basilicata è rappresentata in particolare da clan gambiani e nigeriani dediti al traffico di “significativi quantitativi” di droga.
Nella relazione della DDA si fa riferimento anche alla situazione nel Materano che è stata illustrata dal Procuratore Distrettuale Antimafia di Potenza, Francesco Curcio, nell’audizione nella Commissione Parlamentare del giugno del 2021.
A Matera “la situazione dal punto di vista criminale – ha detto Curcio – non è dissimile da quella che si può rilevare in zone ad altissima densità mafiosa del Napoletano, del Casertano o della Calabria”.
L’attività dei clan nel Materano è caratterizzata – ha aggiunto Curcio – da “uno stillicidio continuo di atti intimidatori nei confronti di tutti gli operatori economici, piccoli e grandi”.
Fonte: Ansa