“Il Turismo delle radici: tra valore culturale e impatto socio-economico”. Questo il tema della seconda sessione dei lavori della Assemblea annuale dei lucani nel mondo, riuniti a Villa Nitti a Maratea. A coordinare l’incontro Pierluigi Maulella Barrese Coordinatore Struttura di Coordinamento Informazione, Comunicazione ed Eventi del Consiglio regionale della Basilicata.
Il 2024 rappresenterà l’anno del Turista delle Radici, su cui il Governo in primis ha voluto stanziare 4 mln di euro dal PNRR, affinchè ogni regione sia pronta a valorizzare il proprio patrimonio materiale ed immateriale con percorsi di inclusione, accoglienza e di attrazione rivolti al Turista delle Radici che, memore della tradizione e nel ricordo dei propri avi, possa anche decidere di investire nei borghi antichi delle proprie origini e chissà mettere le basi per un lento ripopolamento degli stessi.
Dopo anni di studio del fenomeno, finalmente è stata data la giusta configurazione e dignità al cosiddetto “Turismo delle Radici” o anche detto “Turismo di ritorno”. Gli operatori del settore turistico ne hanno da subito attribuito l’importanza che meritava tale fenomeno, individuando in 80 milioni il bacino di riferimento: ovvero gli italiani residenti all’estero o loro discendenti che rientrano nel Paese di origine per ricongiungersi alle famiglie o per ritornare, semplicemente, a rivivere per qualche tempo i luoghi delle proprie origini.
L’Anno delle radici italiane – si precisa in una nota – è un riconoscimento alla storia, alla memoria e all’identità culturale del Paese e al legame da rinsaldare tra i discendenti degli emigrati e la propria terra di origine. In tale contesto il Turismo delle Radici può rappresentare una opportunità anche per la Basilicata all’interno di una strategia di valorizzazione turistica di lungo periodo che ha l’obiettivo, tra gli altri, di contrastare lo spopolamento dei paesi lucani, creando nuove e qualificate forme di occupazione. Il turismo delle radici se da un lato si caratterizza per un forte legame emozionale con il passato, dall’altro, per essere adeguatamente valorizzato, ha bisogno di strategie di comunicazione e marketing estremamente innovative. Le Associazioni dei Lucani nel Mondo rappresentano un fattore determinante per implementare un modello efficace di Turismo delle Radici.
A discuterne Marina Gabrieli – Coordinatrice nazionale Progetto PNRR – Turismo delle Radici, Sonia Ferrari – Docente di Economia ed imprese alla Università della Calabria.
Sul Turismo delle radici e rigenerazione dei borghi, verso la seconda edizione di Rootsin, la Borsa Internazionale del Turismo delle Radici 20 e 21 novembre 2023, si sono soffermati Antonio Nicoletti, Direttore generale A.P.T. Basilicata ed Elvira Stephanie De Giacomo – Coordinatrice regionale PNRR Turismo delle Radici. Interventi anche di consiglieri regionali, parlamentari lucani e componenti della Commissione regionali dei Lucani nel mondo.
“E’ un piacere partecipare a questa iniziativa in Basilicata che pone al centro le comunità lucane nel mondo, le quali rappresentano una grande risorsa per la Regione e in particolare per tutti quei luoghi che in passato, e ancora oggi, soffrono lo spopolamento causato dai flussi migratori”. Lo ha detto Marina Gabrieli, coordinatrice nazionale del progetto PNRR “turismo delle radici” del Ministero degli Affari Esteri.
“L’opportunità dataci dal PNRR in generale e dal progetto ‘Turismo delle radici’ in particolare, di cui il Ministero degli Affari esteri è soggetto attuatore – ha continuato – è eccezionale perché non solo consente di intervenire sui territori italiani ma, soprattutto, di continuare a tessere il legame prezioso con le nostre comunità all’estero. Gli italiani all’estero sono nostri partner d’eccellenza, sono i primi ambasciatori del nostro Paese, anche di quell’Italia lontana dai circuiti turistici più conosciuti. Sono coloro che visitano i luoghi delle radici a prescindere dall’offerta turistica che i territori mettono a disposizione. Tornano perché nel paese delle origini si sentono a casa. Non sono quindi turisti, ma parte integrante di quei territori”.
“È quindi importante – ha proseguito – poter garantire un’offerta di servizi idonea alle loro esigenze, che permetta loro di sentirsi adeguatamente accolti. La sfida più grande per il nostro Paese, inoltre, è quella di richiamare nella terra d’origine non solo chi è partito, ma anche i propri figli, i nipoti e i pronipoti che, essendo ormai completamente integrati nei Paesi in cui risiedono, richiedono tutti i servizi di cui necessita un viaggiatore straniero e alcuni specifici finalizzati alla conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine. È questo l’obiettivo principale del progetto che il MAECI sta portando avanti: creare un’adeguata offerta turistica che possa consentire ai nostri connazionali all’estero e ai loro discendenti di vivere l’Italia delle radici, permettere a loro di investire nei piccoli borghi italiani, di valorizzarli e di considerarli come un luogo accogliente in cui tornare tutte le volte che vogliono e in cui sentirsi a casa”.
“Per molti piccoli comuni italiani, soprattutto in Basilicata, Calabria e Puglia – ha detto Sonia Ferrari, docente Università della Calabria nel presentare il Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia, scritto con Tiziana Nicotera per l’Egea di Milano – il turismo delle radici può rappresentare un’elevatissima percentuale degli arrivi e il settore ha delle potenzialità enormi, che il nostro Paese deve sfruttare. Il ministero degli Esteri, e successivamente anche quello del turismo, puntano oggi su questo segmento dell’offerta turistica costituito dagli italiani all’estero e dagli italo-discendenti, con la pubblicazione del Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia”.
Il volume presentato il 17 novembre 2021 alla Farnesina, è stato realizzato con il contributo del ministero degli Esteri, curato da Sonia Ferrari, docente di marketing del turismo e di marketing territoriale presso l’Università della Calabria, e Tiziana Nicotera, cultore della materia presso la stessa università. La ricerca investiga vari aspetti del comportamento del turista delle radici (attese, preferenze, ecc.) e raccoglie una serie di indagini svolte negli ultimi anni da vari studiosi sul tema, tra cui le professoresse Anna Biasone dell’Università di Mar Del Plata (Argentina) e Anna Lo Presti dell’Università di Torino.
“Emerge – ha continuato Ferrari – che il viaggio delle radici non è ancora riconoscibile come fenomeno a sé stante e che sarebbe importante definire un lessico univoco con cui parlare dei viaggi delle radici, che deve tradursi in politiche di branding e di prodotto riconoscibili. Il rapporto colma un gap nella letteratura internazionale e, soprattutto, italiana sul tema del turismo delle radici. In particolare, mira a superare la carenza di studi con un approccio di marketing territoriale e turistico al fenomeno. Lo stile della comunicazione, auspica il rapporto, dovrebbe essere improntato al racconto di esperienze autentiche, anche affidate a testimonial, e l’attività di sensibilizzazione va effettuata anche sulla domanda, non solo sull’offerta. Da non trascurare poi la fase del post-viaggio per promuovere la produzione di contenuti da parte di chi ha già fatto questo tipo di esperienze, anche perché, rileva la ricerca, il grado di soddisfazione di chi compie un viaggio delle radici è enorme. A rendere più completa e interessante la ricerca è stata la scelta di adottare un insieme di differenti metodologie, una scelta impegnativa in termini di tempo e di risorse, ma molto potente nell’ottenere punti di vista nuovi. Il volume offre anche un focus su un Paese che storicamente è stato una delle mete principali per gli emigrati italiani: l’Argentina, dove è stata effettuata un’ampia indagine quali-quantitativa”.
Le due autrici sono oggi impegnate in una nuova ricerca per conto del CREA, il principale Ente di ricerca italiano dedicato alle filiere agroalimentari, con la collaborazione dell’Università degli Studi di Torino sul legame tra turismo delle radici e prodotti agroalimentari italiani, in particolare oleari.
“Anche quest’anno l’APT Basilicata – ha detto il direttore Antonio Nicoletti – offrirà la sua progettualità a chi si occupa di rapporti fra italiani nel mondo e loro territori d’origine. La borsa internazionale del turismo delle origini o delle radici vedrà infatti la sua seconda edizione il 20 e 21 novembre a Matera, con la partecipazione di operatori provenienti da tutta Italia e dal mondo. L’iniziativa è realizzata da APT in partenariato con l’ENIT e con il supporto del ministero degli esteri, anche in vista del 2024 che come sappiamo sarà l’anno del turismo delle radici. Il tema conduttore dell’edizione 2023 della borsa sarà ‘turismo delle radici e rigenerazione dei borghi’.
Questo significa affrontare le opportunità che i nostri borghi possono trarre dal tener vivo il rapporto con chi negli anni è dovuto emigrare e con i loro discendenti. L’iniziativa però non si rivolge soltanto ai diretti discendenti degli italiani all’estero, ma è rivolta alla galassia di organismi e di persone appassionate di Italia e che cercano a loro volta opportunità di investimento in territori capaci di esprimere valori e qualità della vita in alternativa ai modelli delle metropoli e dei grandi centri dove si consuma l’attività e la routine di tutti giorni. L’ambizione è quindi quella di incrociare, come già avvenuto in casi virtuosi, il tema del turismo delle radici con il tema dell’attrazione di investimenti per lo sviluppo delle aree interne”.
Elvira Stephanie De Giacomo – Coordinatrice regionale PNRR Turismo delle Radici, ha confermato “la spiccata propensione dei lucani a reagire in modo attivo che consentirà loro di sfruttare al massimo tutte le opportunità che offre il Pnrr. I sindaci sono parte imprescindibile per i viaggi delle radici. Stiamo rilevando i diversi tipi di risorse e i dati di fruizione”.
Il consigliere regionale di FdI e presidente della III commissione, Piergiorgio Quarto, ha detto che “è questo un importante momento formativo anche per i consiglieri regionali per poter avere una visione complessiva e poter capire se le politiche regionali poste in essere vanno verso l’obiettivo giusto che è quello di uno sviluppo bio sostenibile.
La prima importante rilevazione da fare è che ormai si parla un’unica lingua basata sulla volontà nazionale che spinge tutte le regioni a riscoprire le proprie origini. Nello stesso solco tutti i 131 comuni lucani fanno sistema per una reale inversione di rotta che partendo dalla cultura, va verso il sapere per un futuro migliore. Bisogna anche attraverso le Fondazioni saper leggere i numeri e trarre dalle statistiche le conclusioni più opportune per il turismo e l’ambiente, i due veri strumenti per il cambio di passo”.
In rappresentanza dell’Anci è intervenuto il sindaco di Irsina, Nicola Massimo Morea il quale ha detto che “stiamo facendo passi da gigante grazie ad Apt. C’è un faro acceso che viene da Matera 2019 che ci ha fatto capire che la nostra terra ha un potenziale enorme a partire dai borghi. Sono sindaco di una comunità che nel suo piccolo rappresenta un esempio da seguire: 90 famiglie straniere che investono in un borgo straniero e decidono di viverci.
Questa iniziativa può essere replicata altrove ma c’è bisogno di infrastrutture materiali ed immateriali. Inevitabile che la regione continui a perdere popolazione in modo importante. Per trattenere le persone occorrono investimenti in servizi, in tecnologie e fare in modo così che i nostri borghi non diventino luoghi deserti”.
Donato Vena, presidente Circolo La tarantella di Reggio Emilia ha proposto che la regione metta a disposizione un piccolo montepremi ai Comuni registrando la presenza dei turisti che vengono a visitare il territorio. Il Comune avrebbe interesse a contattare i propri concittadini all’estero.
Tommaso Ruggeri, presidente Federazione lucana in Lombardia, ha sottolineato che “la Regione ha scommesso nuovamente nei Lucani nel Mondo. Il milione di lucani nel mondo guarda la propria terra come luogo da cui ripartire. Ma si decide anche di ritrovare nella propria identità la propria rinascita. Siamo l’anello di congiunzione tra il territorio della Basilicata e il territorio globale. Nostro ruolo è importante. Il tempo delle proposte è terminato, dobbiamo metterle a fattor comune e trasformare le idee in azioni concrete. Siamo ambasciatori nel mondo di una delle regioni più belle d’Italia, dobbiamo continuare ad insistere nei rapporti tra Regione, Apt ed enti locali”.
Giuseppe Ticchio presidente della Federazione lucana in Svizzera ha precisato che “le stesse agevolazioni che hanno i cittadini che vivono in Basilicata per l’energia, dovrebbero averli gli iscritti all’Aire. Auspico che nel prossimo Consiglio regionale venga affrontata la questione. Per quanto riguarda la sanità ho presentato un ordine del giorno per eliminare il gap che esiste tra i lucani che vivono in Europa e quelli che vivono fuori dai confini europei che non usufruiscono delle assicurazioni del servizio sanitario nazionale”.
Filippo Martina, rappresentante lucani a Roma ha parlato delle competenze. “I viaggi di ritorno dei giovani dovrebbero essere più lunghi. C’è bisogno di persone qualificate nella nostra regione. Possiamo diventare opportunità di studio e anche di lavoro”.
Teresa Summa della Federazione lucani in Emilia Romagna in collegamento remoto ha ringraziato per questo momento di incontro e di confronto. “Siamo riusciti a difendere il nostro patrimonio culturale e trasferirlo a Parma, creando rapporti con associazioni locali. Tanti i rapporti di gemellaggio tra centri dell’Emilia e centri lucani. Possiamo rappresentare un forte ponte tra chi ha lasciato la Basilicata e chi l’ha lasciata. La Regione continui a supportarci e a credere in quello che stiamo facendo”.
Anna Picardi, presidente Federazione lucani in Germania ha ricordato di aver fatto richiesta al suo sindaco, quello di Accettura, di istituire la giornata internazionale degli accetturesi.
Le conclusioni della giornata sono state affidate al Presidente del Consiglio regionale e della Crlm, Carmine Cicala. “E’ stato un dibattito di grande rilievo – ha detto – e ringrazio tutti per le proposte pervenute e per i contributi dati alla discussione. A volte ci sono anche incomprensioni che vanno affrontate e risolte ma abbiamo avuto oggi una visione globale. Con la vostra presenza abbiamo portato la Basilicata nel mondo.
Abbiamo condiviso progettualità in itinere, dobbiamo mettere in rete le nostre conoscenze e competenze e quindi implementare la comunicazione tra le varie associazioni. Abbiamo preso nota di tutti gli interventi, abbiamo ascoltato tante riflessioni. Credo che sia importante il metodo per raggiungere tutti gli obiettivi di cui oggi abbiamo parlato, ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo. Il mio augurio è quello di poter tutti insieme traghettare la regione Basilicata verso un futuro sempre più radioso”.
I componenti della commissione lucani nel Mondo nel pomeriggio si sposteranno a Rivello, visitando l’ex Convento di Sant’Antonio da Padova, la Chiesa, la sala dell’Ultima Cena e il museo archeologico. Visita anche alla Chiesa Madre di San Nicola e Cripta, al centro storico e ai laboratori artigianali del rame e del cuoio.