Metti un tardo pomeriggio assolato, una bella terrazza aperta sulla valle del Marmo accarezzata da un piacevole venticello, riunisci intorno ad un tavolo un ambientalista, un’esperta dello sviluppo rurale, un docente universitario che si interessa di opere pubbliche ed avrai il senso del dibattito che si è svolto venerdì 19 luglio a Castelgrande. “Opere pubbliche ed ambiente: binomio ancora possibile in Italia?” questo il tema della tavola rotonda organizzata nell’ambito della prima edizione del Premio Nazionale Guglielmo Gasparrini, indetto per ricordare e dare risalto al sommo botanico, nativo del piccolo paese lucano che, nell’800, era conosciuto e apprezzato in tutta Europa.
Giuseppe Masi, presidente del Comitato che ha promosso il Premio, nell’introdurre i lavori ha ricordato come, a partire dalla figura di Gasparrini, nel 2003 è stato ideato il Parco dei Colori, entrato in funzione nel 2014, e che oggi allo stesso botanico è dedicato il premio che sarà consegnato domani. Il sindaco di Castelgrande, Francesco Cianci, nel salutare i convenuti, ha annunciato che ora si sta provvedendo ad inserire nello stesso Parco strutture dedicate all’educazione ambientale. Nel suo intervento ha poi messo in evidenza come la burocrazia e una discutibile idea di ambiente ostacolano la celere realizzazione di quanto programmato.
Il prof. Domenico Pierangeli dell’Unibas, intervenuto in rappresentanza del FAI delegazione di Potenza, ha sottolineato che gli interventi dell’uomo devono certamente essere compatibili con la protezione ambientale, ma ci vuole razionalità, buon senso, capacità di vedere in prospettiva. Un certo falso ambientalismo non fa che danni, ha sostenuto Pierangeli, evidenziando, con esempi pratici, che, per rispettare la natura e consentire la realizzazione delle opere necessarie all’uomo, è indispensabile la partecipazione di più competenze sia nella fase progettuale sia in quella realizzativa.
Per la dott.ssa Caterina Salvia, presidente del GAL-Percorsi, organismo che presiede e che è parte integrante dello sviluppo rurale, deve stimolare e sostenere progetti dal forte impatto territoriale e di ampio respiro, per dare una risposta sostenibile a tutti i livelli: economico, sociale, culturale. La Basilicata è ricca di bellezze naturali che vanno valorizzate e restituite alle comunità, ma devono avere una connotazione di compatibilità con lo sviluppo a partire dalla cultura del luogo. Le nostre comunità sono ricche, ma abbiamo poca autostima, ci sottovalutiamo mentre non siamo secondi a nessuno. Nella prossima programmazione del GAL, ha annunciato la dot.ssa Salvia, saranno valorizzate le peculiarità delle comunità e si punterà sul turismo, potenziando l’aspetto gestionale delle risorse.
Il prof. Luigi Cerciello Renna, giurista ed esperto di economia circolare, si è soffermato sulle opere pubbliche, che non vanno viste come una aggressione alla natura, vanno invece pensate come parte integrante del paesaggio. Il paesaggio infatti viene modellato con l’azione dell’uomo, che deve essere virtuosa, intelligente, al fine di renderlo più fruibile. Tra i tanti aspetti toccati, il prof. Cerciello ha indicato due punti di fragilità: da una parte la mancanza di figure tecniche professionalizzate all’interno delle amministrazioni pubbliche, dall’altra la carenza di esperti e di figure qualificate all’interno delle imprese che devono realizzare i lavori. Occorre un generale innalzamento delle competenze ed è necessario aggiornarsi. In definitiva ci vuole una nuova cultura del Paese che punti sul capitale umano. Dobbiamo invocare più persone competenti, a tutti i livelli, soprattutto ora che l’assetto istituzionale è confuso, poco lineare e chi ne fa le spese è il cittadino.
A questi stimoli ha fatto seguito un vivace dibattito, segno che alcuni cittadini, anche se in numero esiguo, vogliono interessarsi del proprio territorio.