Continua il viaggio nella sanità lucana: pochi giorni fa, insieme alla collega Verri e al consigliere provinciale Giordano, abbiamo visitato l’unico Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Basilicata, a Rionero in Vulture (IRCCS CROB).
Condotti dal direttore generale, Massimo De Fino, e dal direttore sanitario, Rocco Calabrese, a cui indirizziamo il nostro ringraziamento per la cordialità e la disponibilità al confronto mostrate, abbiamo visitato alcuni reparti, interagito con il personale e raccolto punti di vanto, criticità e fatiche di un istituto di cura e ricerca. Un istituto a cui la Regione deve prestare la massima attenzione, in quanto unico punto di riferimento lucano per la ricerca oncologica.
Un istituto che, quotidianamente, prova a trasformare il dolore in cura e che, per questo, deve essere messo in condizione di operare al meglio, nella convinzione che il benessere di tutto il personale sanitario sia indispensabile per offrire la migliore cura possibile al paziente. Come ormai universalmente denunciato, la maggiore criticità sofferta dalla sanità lucana è legata alla carenza di personale ospedaliero: per questo, e non abbiamo più tempo, è indispensabile creare le condizioni affinché tutto il personale attualmente impiegato nelle nostre strutture pubbliche non migri altrove; bandire concorsi e assumere nuovo personale, così da evitare che la mole di lavoro sia tale da indurre medici e infermieri a fare altre scelte, per un compenso economico maggiore e per una migliore qualità di vita.
Insieme ai Direttori, abbiamo affrontato i problemi legati all’assenza di un direttore scientifico, di un dermatologo, dei primari di oncologia e urologia; abbiamo, poi, discusso della necessità di rafforzare la ginecologia oncologica; di implementare, di fatto, la rete oncologica territoriale e di ampliare gli spazi destinati all’importante patrimonio della biobanca. Rispetto a queste criticità, abbiamo ricevuto rassicurazioni sulle azioni già intraprese e che, presto (si spera), dovrebbero produrre i risultati attesi. Nostro compito è e sarà quello di vigilare affinché questo accada e, soprattutto, provare a fare il possibile per migliorare l’ecosistema entro cui opera il CROB: a partire dal servizio di trasporto dei pazienti da tutte le aree della Basilicata (oggi affidato ai volontari, a cui va tutta la nostra sincera e piena gratitudine) fino al ruolo che la Regione deve svolgere, nell’ambito della conferenza Stato-Regioni, rispetto al potenziamento soprattutto dei centri più piccoli di ricerca, come il nostro IRCCS CROB. E veniamo alla ricerca, motore pulsante dell’Istituto. Ricerca e cura, possiamo dirlo con orgoglio (!), che hanno volti prevalentemente FEMMINILI. Nei laboratori del CROB di Rionero abbiamo incontrato ricercatrici e ricercatori che hanno tra le proprie mani, ogni giorno, il futuro della cura. Intelligenze che coltivano speranza e che vanno garantite e tutelate con ogni mezzo: spazi e strumentazioni adeguati, prospettive professionali e dunque esistenziali stabili e cospicui finanziamenti, che non possono dipendere unicamente dalle logiche dei numeri. Come per l’Università, anche l’IRCCS non può soggiacere alla legge dei grandi numeri che, altrimenti, rispetto ad altre realtà, ci vedrà sempre perdenti.
Abbiamo preso visione dell’acceleratore lineare di ultimissima generazione, al cui avvio sta lavorando personale qualificato, e che ci hanno assicurato che entrerà in funzione al più presto.
Questo strumento avrebbe la capacità di migliorare la qualità delle sedute di radioterapia oncologica, riducendo la frequenza delle stesse, nonché gli effetti collaterali connessi. Anche su questo vigileremo affinché avvenga nel più breve tempo possibile.
Prima che la legge dei grandi numeri e quella del mero profitto prendano definitivamente il sopravvento sul servizio sanitario regionale è importante che tutti gli attori coinvolti decidano di puntare nella stessa direzione: rafforzamento della SANITÀ PUBBLICA. Il M5s si è schierato da tempo.
Ancora grazie a tutti gli operatori sanitari e ai ricercatori che ci hanno accolto e, soprattutto, che si prodigano quotidianamente per far funzionare la macchina, a volte spingendo pure a mani nude. E un ringraziamento speciale alle volontarie delle associazioni che, a titolo gratuito, provano a rendere umano un dolore disperato e logorante, con una carezza, una matita e anche un rossetto, a disegnare la bellezza che pure sopravvive nell’ingiustizia della malattia.