Teo Manzo esce a sorpresa con due nuove canzoni: INTERVISTA


Teo Manzo, nelle sembianze di Kublai, esce a sorpresa con due canzoni “natalizie” in stile 45 giri, un nuovo doppio singolo in uscita su tutte le piattaforme digitali da venerdì 29 novembre 2024 (fuori per Eusapia Records, e in distribuzione Believe Italia).

I due brani, "Sotto Natale" e "Fantasmi a parte", imitano i due movimenti del prestigiatore, scomparsa e apparizione, andata e ritorno. Se è vero che l’essere umano è il solo animale in grado di pensare l’assente, questi due brani, ruvidi e antichi, non fanno altro che questo: immaginare, oltre il silenzio presente, un futuro. Il migliore, tra i fantasmi possibili.

Lo abbiamo intervistato, riguardo il suo amore per il sud, il nuovo amore per sua figlia, e questo nuovo doppio singolo che dovreste veramente ascoltare.

Sembra quasi che i doppi singoli siano passati di moda, tanto che qualcuno là fuori forse non se li ricorda neanche. Come mai questa scelta di legare insieme questi due pezzi? Sono nati nello stesso momento?

Sì, sono nati entrambi lo scorso inverno, condividono lo stato d’animo di un momento molto preciso della mia vita. Sotto Natale rappresenta una crisi, un disgregarsi, in un certo senso, uno scomparire. Fantasmi a parte è il superamento di questo vuoto, il dargli un senso. I singoli “doppi” mi piacciono molto, pubblicare una sola canzone non ha molto senso per come intendo la musica. In due si dialoga, ci si muove. Da soli si sta fermi.

Abbiamo notato anche dei cambiamenti di sonorità, forse addirittura di direzione del progetto. Come mai?

Kublai non aveva una direzione precisa prima e non ne ha una diversa ora. Ho scelto molto tempo fa di essere spettatore del suo percorso, di togliere premeditazione e controllo dalla musica. 

Hai mai avuto modo di capitare nella nostra regione, la Basilicata? Che sensazioni o che ricordi ti vengono in mente, quando la senti nominare?

Non ho trascorso molto tempo in Basilicata purtroppo, ho visto la meraviglia di Matera e la zona del Pollino. Ricordo tanto verde, un verde sorprendente. In generale amo tutto il sud.

Nel tuo passato musicale, anche l’esperienza con De Andrè 2.0. Cosa ti manca di più di quella vita in tour?

Mi manca suonare con altre persone ovviamente, per me è la parte più appagante del fare musica. Poi mi manca il poter ripetere lo stesso concerto decine di volte. È così che si migliora, si affinano i dettagli e si automatizzano i gesti. Non pensi più a cosa stai facendo, lo fai e basta. Finché sei concentrato a non sbagliare, non stai davvero esprimendo te stesso.

E, fantasmi a parte, come stai?

Sto bene, grazie. Ho una bambina di sei mesi che mi dà grande gioia. La gioia è un combustibile, il migliore che c’è.



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