Crisi, inizia la corsa al 'Vendo Oro'

di Concetta Padula - Il bisogno impellente di beni di prima necessità, da quelli di genere alimentare ai servizi di largo consumo, fa sì che anche le famiglie lucane si spoglino del propri oggetti in oro.

I lucani, e non solo, vendono i gioielli di famiglia per cercare di tamponare le spese che quotidianamente incombono sul proprio nucleo familiare.

In tempo di crisi è diminuito fortemente l'attaccamento sentimentale verso i propri cimeli di famiglia. Braccialetti, orecchini, collane, anelli in oro giallo vengono venduti o dati in pegno al fine di ottenere denaro contante e dare così una piccola boccata di ossigeno al mènage domestico.I tagli alle spese, che una famiglia compie ogni mese,sono sempre maggiori e per questo chiudono le saracinesche di diverse attività commerciali. Camminando per il centro storico o per le strade di periferia si vedono molte insegne giallo fluorescente con la scritta accattivante : "compro oro".

Le gioiellerie chiudono o si riconvertono in nuovi esercizi: vendita di preziosi ma, usati.. Questi negozi non subiscono il peso della crisi perchè sono sempre affollati.Rivendere l'oro usato vuol dire ricavare circa 20 € al grammo, mentre acquistarlo diventa quasi impossibile con i suoi 40 e oltre euro a grammo.

Sino a qualche anno fa le persone preferivano sfoggiare gioielli in oro bianco, perchè trandy.

Oggi, invece, mettere in mostra gioielli in oro giallo è sinonimo di agiatezza economica, se non proprio di ricchezza.