“Il dissesto idrogeologico in Basilicata”: a Potenza un convegno sugli scenari futuri

POTENZA - L’abbandono dei terreni montani, che sta portando alla desertificazione socio economica delle aree interne, l’abusivismo costiero, l’occupazione di zone fluviali e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua aggravano le condizione di fragilità del territorio italiano. I dati sono allarmanti: dai primi anni nel secondo dopoguerra, su 8.300 chilometri di fascia costiera circa il 42% è soggetto a fenomeni di erosione. Il dissesto costa al Paese 5,5 miliardi l’anno: gli eventi naturali non si possono fermare ma è possibile, attraverso la manutenzione e l'uso del suolo, ridurne le conseguenze negative. Le Regioni del Mezzogiorno che potranno contare anche su fondi strutturali Ue e sul Fondo sviluppo coesione, hanno presentato numerosi progetti e si attestano ai primi posti: la Campania con 2.995 milioni, la Sicilia con 1.937 milioni, la Puglia con 1444 milioni, la Sardegna con 1.173 milioni, la Basilicata con 968 milioni. Sono questi alcuni dei temi che saranno affrontati il 21 aprile a Potenza (nell’aula magna dell’Università della Basilicata, Campus di Macchia Romana, dalle ore 16) nel corso del convegno “Il dissesto idrogeologico in Basilicata, prevenire, informare, intervenire” organizzato dall’Università della Basilicata, in collaborazione con il Distretto 108ya Lions Clubs International, e gli Ordini degli ingegneri e degli agronomi. In particolare, il docente Unibas Carlo Manera (professore ordinario di Rilievo, rappresentazione e GIS), che chiuderà i lavori “ha sollecitato i responsabili della regione Calabria e della Regione Campania affinché realizzassero un service nella propria realtà territoriale per sensibilizzare i politici e le cittadinanze su un tema purtroppo di grande attualità per le nostre regioni meridionali e non solo”. Al convegno parteciperanno il professore Mauro Fiorentino, la Rettrice dell’Unibas, Aurelia Sole (con un intervento su “La pericolosità idraulica dell'area costiera ionica”), Francesco Sdao (professore associato di Geologia Applicata, su “Fragilità geomorfologica e pericolosità di frana in Basilicata”), Caterina Di Maio (professore ordinario di Geotecnica, sulle “Indagini e monitoraggio per la riduzione del rischio da frana”), Giovanni De Costanzo (Dirigente della Protezione Civile, con una relazione su “Le Procedure di Allertamento del sistema regionale di Protezione Civile per Rischio, Meteorologico, Idrogeologico e Idraulico”), Antonio Coppola (professore associato di Idraulica Agraria, su “Il comportamento idrologico dei suoli per la previsione di frane e deflussi superficiali”, e il direttore della Scuola di Scienze Agrarie, Severino Romano (su “Sostenibilità economico ambientale delle politiche per le aree rurali”).