Fials interviene sull'Ospedale di Pescopagano dal futuro incerto


POTENZA - Perché i tanti pazienti del San Carlo, provenienti dall'area medica e chirurgica e bisognosi di riabilitazione non vengono indirizzati all'ospedale di Pescopagano per ricevere le cure necessarie anche se il nuovo atto aziendale lo definisce “Area della Riabilitazione di III livello”?

La domanda provocatoria la rivolgiamo al Commissario straordinario , al Direttore Sanitario ed al Primario di Medicina Fisica e Riabilitazione per sollecitare una maggiore attenzione al presidio di Pescopagano.

Quando nel 2007 il San Francesco di Paola viene staccato dall’ASL 1 di Venosa e passa sotto la gestione del San Carlo, trasformandolo in Azienda ospedaliera regionale, l’ospedale garantiva agli utenti prestazioni di Neurologia, di chirurgia ortopedica, di riabilitazione e di fisiopatologia respiratoria. Neurologia e Chirurgia, dopo aver trattato i propri pazienti ciascuno per la propria patologia, inviavano i bisognosi di fisioterapia presso il reparto di riabilitazione per il recupero motorio e psicologico.

A fine anno 2016 inizio 2017 la Direzione Generale del San Carlo chiuse le U.O. di Neurologia e di Ortopedia, lasciando aperto a Pescopagano soltanto il servizio ambulatoriale in alcuni giorni infrasettimanali. In seguito a quella decisione del vertice aziendale il reparto di Medicina Fisica e Riabilitazione è stato profondamente ridimensionato e presenta tutt’oggi una scarsa affluenza di persone malate.

In attesa che si realizzino i tanti annunciati investimenti regionali che dovrebbero segnare finalmente un punto di svolta decisivo per le sorti del presidio di Pescopagano, chiediamo che l'AOR S. Carlo si impegni a costruire percorsi e protocolli per i pazienti bisognosi di cure riabilitative che valorizzino le risorse interne all'Azienda.